La Germania e il nucleare addio definitivo nel 2040

La vita delle centrali nucleari tedesche sarà prolungata in media di 12 anni, a seconda dell’anzianità di esercizio dei diversi impianti (le centrali più vecchie otterranno una proroga di 8 anni, mentre quelle più recenti di 14): la decisione, annunciata dal ministro dell’Ambiente Norbert Rottgen, è scaturita al termine di una riunione fiume in Cancelleria durata quasi 12 ore, dove è stato trovato un accordo nella coalizione
di governo composta da Cdu Csu e Fdp.

La data ultima di uscita dal nucleare, che nel 2002 la coalizione
rosso-verde allora al governo aveva fissato nel 2025, viene ora spostata dall’esecutivo presieduto da Angela Merkel nel 2040. L’accordo sulle centrali rappresenta uno dei perni attorno a cui ruoteranno i nuovi indirizzi della politica energetica tedesca, che saranno definiti alla fine di settembre.

L’accordo è stato il frutto di una lunga e difficile mediazione, viste le forti divisioni sul tema all’interno della coalizione di governo: convinta della necessità di una proroga per le centrali nucleari il cancelliere tedesco Angela Merkel, che di recente si era pronunciata per un prolungamento di 10- 15 anni dell’attività degli impianti ed ora parla di “rivoluzione” per quanto riguarda la politica energetica in Germania.

“Il nostro approvvigionamento energetico diventa il più efficiente ed eco-compatibile al mondo” rivendica con orgoglio la Merkel commentando la decisione del governo: il cancelliere confida anche che la proposta di prolungare la vita degli impianti nucleari possa essere approvata senza intoppi. Nel corso di una conferenza stampa, la Merkel ha anche spiegato che i proventi che deriveranno da questo provvedimento saranno impiegati per le energie rinnovabili: il governo prevede una tassa sull’elettricità di origine nucleare che le aziende produttrici dovranno versare allo Stato, funzionale proprio a finanziare lo sviluppo delle rinnovabili. Il cancelliere ha anche precisato che a partire dal 2013 tutti i ricavi delle vendite dei diritti di emissione di Co2 verranno usati per le rinnovabili e l’ambiente.

Un decisione comunque difficile quella presa dall’esecutivo tedesco, non solo le divisioni interne alla maggioranza, ma anche per lo scetticismo – rilevato dai sondaggi – dell’opinione pubblica tedesca relativamente alla sicurezza delle centrali: una sfida delicata, soprattutto in vista delle elezioni che si terranno in diversi lander nel 2011. I partiti di opposizione vanno immediatamente all’attacco, definendo la decisione del governo un “regalo” ai colossi dell’energia tedeschi: secondo il capogruppo dei Verdi al Bundestag Juergen Trittin “la decisione sul nucleare presa dalla coalizione non è un compromesso, ma un regalo miliardario alla Rwe, Eon, EnBw e alla Vattenfall”. Il leader dei socialdemocratici Sigmar Gabriel, che aveva preannunciato il ricorso alla corte costituzionale nel caso in cui l’esecutivo avesse preso questa decisione, parla di una “giornata nera” per la politica energetica tedesca.