Dal capo dello Stato un appello per Sakineh

La condanna a morte per lapidazione di Mohammadi-Ashtiani Sakineh è “un atto altamente lesivo dei principi libertà e difesa della vita”, ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondendo
ad una domanda dei giornalisti, al Quirinale, dopo il colloquio con la presidente finlandese Tarja Halonen. L’Italia, ha aggiunto, è impegnata in modo “molto netto e non solo con posizioni di principiò’ per evitare che si giunga ad eseguire la condanna.

Napolitano ha aggiunto che il ministro degli Esteri, Franco Frattini,
(presente all’incontro del Capo dello Stato con i giornalisti) gli ha riferito di aver avuto assicurazioni dall’Iran che nessuna decisione è stata ancora presa. “C’è l’impegno forte del governo, delle istituzioni,
c’è un’iniziativa dell’opinione pubblica che continua a essere intensa” per salvare la vita di questa donna iraniana, ha concluso Napolitano. La Halonen ha dato atto all’Italia di essere “molto attiva in questa campagna in modo esemplare” e ha espresso la sua forte preoccupazione per la sorte di Sakineh.

“Seguiamo – ha concluso – gli sviluppi in Iran, un Paese stupendo con una storia fantastica. Peccato
che con questi atti si esclude dalla Comunità internazionale”. Salvare una vita umana è sempre, in qualsiasi condizione, un comportamento giusto e lo è ancor di più quando a rischiare la vita è una donna, accusata di adulterio, alla quale è stata comminata la pena della lapidazione. Questo l’appello lanciato da Sergio Chiamparino presidente dell’Anci e sindaco di Torino in favore della donna iraniana condannata alla lapidazione, con l’accusa di adulterio e di aver partecipato all’omicidio del marito.

“L’Italia si batte da
anni contro la pena di morte, in qualsiasi parte del mondo, e contro qualsiasi metodo usato per attuarla. Metodi che, come la lapidazione, sono inumani, ovvero contrari ai più elementari diritti umani”,
aggiunge Chiamparino. Per questo motivo l’Anci ha deciso di dare pieno sostegno alla campagna avviata nel Paese, si legge in una nota, “per evitare la condanna a Sakineh Mohammadi Ashtiani”.