Cuba e Venezuela ricordano Di Celmo, vittima italiana del terrorismo

CARACAS – Fabio Di Celmo, il giovane imprenditore italiano occiso da un attentato terrorista nel 1997, è stato ricordato a L’Avana da rappresentanti del popolo venezolano e cittadini cubani in presenza del padre del ragazzo, Giustino Di Celmo.

È stato Ronald Blanco La Cruz, ambasciatore venezolano a Cuba, ad aprire la cerimonia nell’Hotel Copacabana, lo stesso dove perse la vita l’italiano a causa dell’esplosione di una bomba piazzata dal terrorismo anticastrista.


“Rendiamo omaggio a Fabio Di Celmo compiendo il nostro dovere di essere solidari con tutti coloro che lottano contro il terrorismo e per la pace” ha detto il diplomatico ricordando che anche il Venezuela è vittima di aggressioni come quella che quel 4 settembre 1997 costò la vita al nostro connazionale.
Ringraziando per la commemorazione, Giustino Di Celmo ha ricordato la strage durante la quale morì suo figlio e si è schierato contro il governo degli Stati Uniti.


“Fabio è morto assassinato da un atto contro questo piccolo Paese, da una nazione che si crede padrona del mondo, con il governo più prepotente e cinico che possa esistere, che sta distruggendo gli esseri umani e il pianeta” ha affermato.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, Cuba era entrata in un periodo di forte recessione, il cosiddetto ‘periodo especial’. Nella seconda metà degli anni Novanta l’economia cubana stava cominciando a riprendersi grazie agli ingenti investimenti nel settore turistico. In questo contesto, nel 1997 una serie di attentati venne portata contro le più importanti mete turistiche cubane da parte di alcuni anticastristi: l’obiettivo era riportare al collasso l’economia di Cuba per riuscire ad ottenere il consenso popolare necessario a rovesciare il governo di Fidel Castro. Tra i vari attentati, quello fatale a Di Celmo del terrorista salvadoregno Raúl Cruz León, che piazzò una carica di esplosivo C-4 nell’atrio dell’Hotel Copacabana.


Immediatamente dopo l’esplosione, Raúl Cruz León fu catturato dalle autorità cubane. Il terrorista dichiarò di aver agito alle dipendenze di Luis Posada Carriles, esule cubano e membro della Fundación Nacional Cubano-Americana, associazione che si propone di “riportare la democrazia e la libertà a Cuba”. Posada Carriles, circa un anno dopo, rilasciò un’intervista al New York Times con cui si attribuì la paternità degli attentati ed ammise i suoi legami con la CIA e l’FBI dicendo: “Quando posso aiutarli, lo faccio”. L’uomo giustificò gli attacchi terroristici a Cuba come “atti di guerra” e la morte di Fabio Di Celmo come “un incidente”.
Oggi Posada Carriles vive a Miami. Fu arrestato nel 2005 e rilasciato nel 2007 per il reato di immigrazione clandestina. Cuba e il Venezuela ne chiedono l’estradizione ma il suo avvocato ha chiesto asilo politico al governo degli Stati Uniti sostenendo che il suo cliente “ha sostenuto gli interessi degli Stati Uniti per 40 anni”. Sia a Cuba che in Venezuela, Posada Carriles sarebbe processato per terrorismo, strage ed omicidio essendo colpevole di altri attentati tra cui quello al volo civile della Cubana de Aviación nel 1976 che costò la vita a 73 persone.


Il 21 giugno 2007 il parlamento italiano ha approvato un ordine del giorno con cui impegna il governo “ad adoperarsi con sollecitudine per la richiesta di estradizione in Italia di Posada Carriles nel caso in cui il procedimento penale attualmente in corso presso la Procura della Repubblica di Roma portasse ad un’incriminazione nei suoi confronti per l’attentato terroristico a L’Avana in cui perse la vita Fabio Di Celmo”.
Meno di un anno dopo l’uccisione di Di Celmo, nel luogo in cui morì venne posto un bassorilievo in bronzo con la sua immagine. A Bayamo una sezione del locale museo delle cere è stata dedicata alle vittime del terrorismo. A Cuba esiste inoltre un torneo calcistico ufficiale a lui intitolato che viene inaugurato ogni anno da suo padre Giustino.


Il film “Cuando la verdad despierta”, in italiano intitolato “La sottile linea della verità”, del regista Angelo Rizzo e con la partecipazione di Fidel Castro nei panni di se stesso, racconta la sua storia.