Sarebbe stato minacciato anche fisicamente da Mokbel

ROMA – “Nei miei confronti Mokbel e’ stato minaccioso e intimidatorio fino ad arrivare quasi sul punto di aggredirmi; anzi ricordo che nell’ultimo periodo, all’Antico circolo del tiro al volo, Mokbel mi ha aggredito colpendomi con tre o quattro pugni al torace”. E’ quanto afferma l’ex senatore del Pdl, Nicola De Girolamo, nel corso dell’interrogatorio svolto il 23 marzo davanti ai pm romani che indagano su un presunto riciclaggio di due miliardi di euro. Il verbale dell’atto istruttorio è presente negli atti depositati in vista del processo con rito immediato che inizierà il 2 novembre prossimo.
L’ex parlamentare, in merito al ruolo di Mokbel, prosegue affermando che “spesso ero minacciato anche di conseguenze nei confronti dei miei familiari e in particolare dei miei figli”. Per Di Girolamo “il motivo dello scontro con Mokbel derivava dal fatto che mi ero, a suo dire, scollato dal suo entourage e avevo iniziato a rivendicare una mia autonomia. In realta’ mi veniva rimproverato di non ‘occuparmi’ del gruppo”.

L’ex senatore del Pdl


Classe 1960, il senatore Nicola Di Girolamo è stato eletto nelle file del Popolo della libertà nella circoscrizione estera Europa. Avvocato e imprenditore, 50 anni, vive a Roma e risiede a Bruxelles.
È stato eletto a Palazzo Madama alle ultime consultazioni politiche del 2008, ma la Giunta delle elezioni del Senato ha chiesto subito la sua decadenza da senatore per via di un certificato di residenza, non proprio cristallino, secondo la Giunta, esibito alla presentazione della candidatura. L’accusa mossa è di falso.

L’accusa era la mancanza dei requisiti di eleggibilità dettati dalla legge Tremaglia. Nel mirino il cambio “lampo” di residenza del senatore da Roma al comune belga di Etterbeek, effettuato il 14 febbraio 2008.
Ora il senatore Di Girolamo è anche tra i destinatari delle misure di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma, su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Roma. Di Girolamo è accusato, ha spiegato il procuratore della Dda di Roma, Giancarlo Capaldo, del reato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio transnazionale in quanto partecipe di un sodalizio criminale che, tra il 2003 e il 2006, avrebbe riciclato oltre 2 miliardi di euro. Di Girolamo è anche accusato di avere violato la normativa elettorale “con l’aggravante mafiosa”.


La sua elezione nel collegio estero di Stoccarda sarebbe stata favorita da un broglio elettorale realizzato dalla famiglia Arena, della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. La ‘ndrangheta avrebbe acquistato numerose schede elettorali tra gli immigrati calabresi a Stoccarda, apponendo sulle schede il voto per Di Girolamo.