Santiago, omaggio a Salvador Allende

SANTIAGO – L’11 settembre non è solo l’anniversario dell’attacco alle Twins towers, ma anche quello del ‘golpe’ contro il presidente cileno Salvador Allende attuato da Augusto Pinochet.
Sabato numerosi esponenti dei partiti di sinistra hanno reso omaggio a Salvador Allende, deponendo corone di fiori ai piedi della sua statua, situata di fronte al Palazzo della Moneta a Santiago.
Ma sempre nella capitale vi sono stati anche scontri con la polizia, dove alcuni manifestanti hanno lanciato pietre durante un corteo pacifico di 6.000 persone in occasione dell’anniversario del golpe del 1973.
Il presidente conservatore Sebastian Pinera, in un intervento effettuato ad Antofagasta, nel nord del Paese, ha detto che il paese “non deve restare intrappolato nelle divisioni del passato”.

LA STORIA

Salvador Allende Gossens nasce a Valparaiso, in Cile, il 26 luglio 1908 da una famiglia benestante. Nel 1933 è tra i fondatori del Partito Socialista Cileno.


Salvador Allende viene eletto Presidente democraticamente nel 1970, alla sua quarta elezione, quando si presenta come candidato di “Unidad Popular”, una coalizione che riunisce Socialisti, Radicali
L’amministrazione Nixon è la più strenua oppositrice di Allende, per il quale nutre una malevolenza che non esita ad ammettere apertamente. Durante la presidenza Nixon i cosiddetti “consiglieri” statunitensi (che imperversano in buona parte dell’America Latina per tutti gli anni Settanta e Ottanta) tentano di impedire l’elezione di Allende tramite il finanziamento dei partiti politici avversari.


La sua vittoria allarma la parte più ricca della popolazione ed in particolar modo gli Stati Uniti che in seguito alla sua elezione fanno condurre dalla CIA un’operazione di propaganda per incitare l’ex presidente democristiano del Cile Eduardo Frei Montalva a bloccare la ratifica di Allende come presidente da parte del Congresso.


Allende promette al Congresso ed al Paese una marcia verso il “socialismo nelle libertà”; il suo programma di riforme è vasto: prevede anche la nazionalizzazione delle banche, l’inizio della riforma agraria, l’espropriazione del capitale straniero (statunitense in primis) proprietario delle miniere.
L’11 settembre del 1973 è la data del colpo di stato della destra nazionalista. Salvador Allende viene destituito: le forze armate Cilene guidate dal Generale Pinochet mettono in atto il golpe. Segue l’assedio e la presa del “Palacio de La Moneda”; anziché arrendersi Allende sceglie il minore dei due mali ed opta per il suicidio. Sebbene le contingenze della sua morte, avvenuta a Santiago del Cile, non siano del tutto chiare, la versione ufficiale confermata dal suo medico personale è che il Presidente si è suicidato con un fucile. Altri sostengono che sia stato ucciso dai golpisti mentre difendeva il palazzo presidenziale.