I fondi bloccati alla Regione, ancora non sono iniziati i lavori

L’AQUILA – Alle 3:32 del 6 aprile 2009 trema l’Abruzzo. Il terremoto lascia 308 vittime, più di 60 mila sfollati e il patrimonio architettonico quasi totalmene distrutto.

La solidarietà si fa sentire e vengono raccolti 67 milioni di euro. Anche gli italiani del Venezuela collaborano alla ricostruzione. Subito dopo il sisma viene lanciata una cordata da 4 associazioni ed anche varie persone a titolo individuale decidono di donare qualcosa a favore delle vittime del terremoto.
Sono stati raccolti 102.522 euro dall’Associazione civile Abruzzesi e Molisani (3.733,29 €), dalla Fondazione Abruzzo Solidale (28.647,05 €), dalla Fondazione Centro Italiano Venezolano di Caracas (24.059,32 €) e dal ‘Gruppo dei 15’ composto da vari imprenditori (26.082,51 €).

Un anno fa questi fondi sono stati poi trasferiti dal conto del Comites di Caracas a quello della Regione Abruzzo. Ma oggi è ancora tutto fermo. I lavori, che dovrebbero essere finanziati in parte con il capitale raccolto dalle associazioni, non sono ancora iniziati. In progetto vi è la costruzione di un centro civico in omaggio a Gaetano Bafile nel paese di Villa Sant’Angelo, duramente colpito dal sisma.

“La somma è stata versata sul conto corrente della Regione – ha confermato con tranquillità il sindaco del paesino Pierluigi Biondi in collegamento telefonico con la ‘Voce’ -. È stata fatta anche la contabilizzazione e a breve dovrebbero essere trasferiti sul conto del Comune di Villa Sant’Angelo”.

Il progetto della struttura è stato portato a termine dall’architetto Simone Fratta ma i Vigili del fuoco hanno richiesto una modifica in adempimento alle regole di sicurezza: un maggior numero di bagni e un corridoio più ampio.

Il sindaco di una lista civica indipendente giustifica il ritardo nei lavori, ancora non iniziati, con il fatto che per una struttura pubblica sono necessarie varie autorizzazioni, non solo quella dei Vigili ma anche per esempio quella del Genio civile.

“Ho scritto alla Regione quindici giorni fa per chiedere spiegazioni del ritardo – puntualizza con tono deciso Biondi -. Comunque i lavori possono cominciare solo con la copertura totale del costo. In questo momento non sono disponibili i fondi delle associazioni italo-venezolane, ci sono poi quelli messi a disposizione dalle associazioni italo-statunitensi (145.000 $) e le risorse del Comune”.

La struttura modulare che verrà costruita sarà composta da tre ambienti separati da pareti divisorie mobili: uno per le proiezioni di film, uno con dei computer e tavolini ed un altro con i servizi e un punto bar.
“Nel caso sia organizzata una manifestazione culturale – spiega il sindaco entusiasta del progetto – come un convegno, un concerto o una festa, le pareti scompariranno e la struttura diventerà un ambiente unico in cui potranno sedersi fino a 200 persone. Uno dei progetti è porre poi delle piccole biblioteche alle pareti”.
Biondi non dimentica gli emigranti che lasciarono l’Abruzzo nei primi anni del ‘900 e dopo la seconda guerra mondiale. Sono infatti questi italiani degli Stati Uniti e del Venezuela che hanno deciso di collaborare alla costruzione di uno spazio pubblico a beneficio dei cittadini del paesino arroccato su una collina.

Tra il ’51 e il ’61 la metà della popolazione di Villa Sant’Angelo se ne andò alla ricerca di un lavoro e negli anni ’70 l’emigrazione si diresse verso le città del Nord d’Italia che offrivano più possibilità. Oggi gli abitanti si sono ridotti drasticamente: sono infatti solo 450.

“Nel centro civico offriremo un piccolo patrimonio di storie di italiani che emigrarono all’estero e che sono stati degli esempi per la nostra gente” conclude il sindaco.


Barbara Meo Evoli