Kashmir, 14 manifestanti uccisi Assaltata scuola cristiana

SRINAGAR – Almeno 13 manifestanti e un agente di polizia sono morti e decine di persone sono rimaste ferite negli scontri con le forze paramilitari indiane nello stato di Jammu e Kashmir, dopo che migliaia di persone hanno sfidato il coprifuoco nel Kashmir indiano. Le manifestazioni, in difesa del Corano e contro il governo, si sono verificate dopo che la tv ha mostrato un gruppuscolo cristiano strappare pagine del Corano sabato davanti alla Casa Bianca, ha detto la polizia. Nella protesta con slogan come ‘Abbasso gli Usa!’ e ‘Morte a chi profana il Corano’ anche edifici governativi in fiamme e sassaiole contro la polizia. Nel mirino anche una scuola cristiana. Secondo una fonte delle forze paramilitari, gli agenti avrebbero aperto il fuoco contro i dimostranti, uccidendo 13 persone.


In Kashmir la situazione è tesa da mesi. Da giugno sono oltre 79 i dimostranti, tra i quali molti giovani, uccisi in scontri con la polizia. La popolazione accusa i paramilitari di essere responsabili delle morti. A innescare l’escalation di violenze, tre mesi fa, l’uccisione di un 17enne durante una manifestazione indipendentista. Da allora le autorità tentano di contenere le proteste della popolazione.


Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha espresso ‘’sentimenti di profonda indignazione ed assoluta riprovazione’’ per la “notizia di drammatici episodi di violenza ai danni di comunità cristiane’’.