Il Chievo dei miracoli è fatto in economia, ma il vero record è del Cesena

ROMA – Chievo capolista, secondo il Cagliari, terzo il Cesena. Sembra la serie B e invece è la serie A. Una classifica molto da immortalare e lasciare ai posteri. In testa dunque Verona, come nell’anno magico dello scudetto dell’85. Ma quello era l’Hellas di Osvaldo Bagnoli, questo è il piccolo Chievo, che non è neanche tutta la città ma soltanto un quartiere. Piccolo in tutto, compreso il monte ingaggi, imparagonabile con quelle delle grandi in crisi.

A dimostrazione che a volte i ‘miracoli’ in campo avvengono anche in economia.
Secondo quanto risulta da un’inchiesta pubblicata di recente dalla Gazzetta dello sport il primato della squadra più parsimoniosa spetta al Cesena. I suoi 8,3 di monte ingaggi è addirittura inferiore a quanto il Milan versa soltanto per Ibrahimovic (lo svedese guadagna 9 milioni netti l’anno). Ma subito a ruota c’é appunto il Chievo, con 13,2, seguito da Brescia (13,5) – che fra l’altro, oltre a essere davanti a squadre ben più blasonate come Genoa, Napoli, Fiorentina, Juve, Roma, ha in organico il giocatore meno pagato della serie A, Antonio Filippini, che si deve ‘accontentare’ di 500 mila euro – davanti a Lecce (13,8) e Cagliari (14,8). Il monte ingaggi del Chievo capolista è inferiore al costo di Ronaldinho (7,5) ed Eto’o (8) messi insieme.


Tanto per ribadire il concetto che a volte non sono i soldi a scrivere le classifiche basta considerare che i 36,3 milioni delle tre squadre di testa (Chievo, Cagliari e Cesena nell’ordine) sono quasi un decimo degli ingaggi complessivi del Milan, che è la squadra che con i suoi 130 milioni è quella che ha la fetta più grande degli 802 milioni di monte ingaggi della serie A.


“Altri 34 punti e siamo salvi”, ha detto il tecnico dei clivensi Stefano Pioli affidandosi a una matematica un po’ strana, quella delle previsioni. Sono cambiati allenatori e giocatori nel corso degli anni, ma l’inizio del nono campionato in Serie A del Chievo dimostra che un minimo comun denominatore c’è sempre. “La forza del Chievo è sempre stata la società”, ha detto con un pizzico di modestia il tecnico arrivato in estate.


“Sono felice per la prestazione che abbiamo fatto, giocavamo su un campo difficile ma siamo riusciti a vincere”, ha continuato Pioli. “Vogliamo sfruttare fino in fondo il fatto di aver cambiato pochi giocatori, abbiamo una buona intelaiatura e sappiamo che dovremo faticare per raggiungere la salvezza. Abbiamo sei punti, ne mancano altri 34 per raggiungere l’obiettivo prefissato in estate”.


Inutile ora guardare i milioni di euro investiti e fare confronti, quando il mercato si chiude si ricomincia tutti alla pari e le sorprese non mancano. Una volta tanto dunque è la classe operaia ad andare in paradiso facendosi beffe dei Paperoni. Anche se è facile prevedere che non durerà per molto. Ma se colmasse riuscisse a colmere la lacuna dell’ultima stagione trovando prolificità in attacco, il Chievo potrebbe dare più di un grattacapo e togliersi qualche soddisfazione maggiore della semplice salvezza.

IL SINDACO


Tosi: “Tifo Hellas, ma il Chievo è un simbolo da seguire per tutti”

ROMA – “Sono tifoso dell’Hellas e per questo i miei complimenti al Chievo valgono ancora di più”. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, in collegamento telefonico con Sky Sport 24, commenta con queste parole il sorprendente primato della squadra di Pioli, a punteggio pieno dopo le prime due giornate di campionato. “Il Chievo – spiega il sindaco di Verona – è un esempio su come gestire la società e sull’impegno che devono mettere i calciatori, un esempio di fair play e di correttezza, il simbolo di uno sport brillante e pulito”.


“L’Hellas”, prosegue, “è la squadra storica, la più amata della città, pensate che ancora viaggia sui 10 mila abbonati nonostante militi in Prima divisione da qualche anno. Non c’è grande rivalità, la gran parte della città – spiega il sindaco – guarda con simpatia al Chievo proprio per la realtà positiva che rappresenta la squadra. Io non sono ma andato a vedere il Chievo allo stadio, se non nei derby con il Verona, la mia fede calcistica è diversa e io rimango fedele all’Hellas nonostante sia caduto in disgrazia e sia in serie C, ma per il Chievo c’è grande simpatia da parte di tutti”.