La Libia si scusa, Maroni: ”Pensavano fossero clandestini”

ROMA – La vicenda del peschereccio di Mazara del Vallo mitragliato da una motovedetta libica è stato “un incidente grave” ma “nulla cambia nei rapporti”. È quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. “Abbiamo avuto, com’era doveroso, le scuse ufficiali della Libia. Il ministro degli Esteri Moussa Koussa mi ha cercato perché voleva confermarle in modo diretto e personale”, ha precisato il capo della diplomazia italiana che riferirà oggi alla Camera sulla vicenda. Poi, a chi gli chiedeva di commentare le dichiarazioni del capitano dell’imbarcazione secondo il quale i libici sapevano di avere di fronte una nave con equipaggio italiano, ha risposto che il comandante dell’Ariete “sapeva di pescare illegalmente”.


Anche il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha fatto sapere che “la Libia si è scusata per l’accaduto. Evidentemente c’è stato un errore di interpretazione. Immagino che abbiano scambiato il peschereccio, come avviene ogni tanto, per una barca che non fermandosi all’alt immaginavano potesse avere a bordo clandestini. Ma lo posso solo immaginare, non abbiamo ancora tutte le informazioni. Ho aperto un’inchiesta per accertare ciò che è avvenuto’’ e ‘’la mia opinione è che si sia trattato di un incidente. Grave, ma un incidente”.


Ma Gaspare Marrone, comandante dell’Ariete colpito a mitragliate dalla motovedetta libica, smentisce l’ipotesi avanzata dal titolare del Viminale. “Non si può scambiare un moto-peschereccio di 36 metri con un barcone. E se erano clandestini li ammazzavano tutti?’’ chiede Marrone, ricordando come lui “abbia personalmente salvato tanti migranti in mare”. Il comandante conferma di aver “personalmente parlato con un italiano a bordo della motovedetta. Parlava italiano meglio di me – racconta a Radio 24 – gli ho chiesto se era un ufficiale italiano, ma non mi ha risposto. Mi ha detto che se non mi fossi fermato, avrebbero aperto il fuoco”. Marrone riferisce che “era in acque internazionali. Mi sono identificato come moto-peschereccio, col numero di matricola e nazionalità’’.


A smentire le dichiarazioni del ministro Maroni anche Giuseppe Asaro, armatore dell’Ariete. “Non ho ricevuto nessuna telefonata di scusa – dichiara -. È stato detto che aggressioni simili non devono accadere, adesso Maroni cerca di difendere l’indifendibile. Il mio comandante e il suo equipaggio hanno detto chiaramente al comandante della motovedetta libica che erano italiani e stavano lavorando. E loro gli hanno sparato contro. Non possono averli scambiati per clandestini. Dirlo sarebbe una fesseria”.


Intanto infuria la polemica anche sul fronte politico, con le opposizioni che non ci stanno a sentir parlare di incidente e chiedono al governo di riferire in Aula. Per Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, l’affermazione di Maroni ‘’secondo il quale i libici hanno scambiato il peschereccio per una nave che trasportava clandestini giustifica ai suoi occhi aggressioni inaccettabili contro imbarcazioni che trasportano esseri umani”. ‘’Evidentemente – gli fanno eco Andrea Sarubbi e Jean Leonard Touadi del Pd – una clausola nascosta del famigerato Trattato di ‘amicizia’ Italia-Libia autorizza a sparare su esseri umani qualora siano migranti’’. ‘’Credo a questo punto che il governo dovrebbe sospendere il trattato in maniera unilaterale – è l’opinione di Sandro Gozi, responsabile politiche europee del Pd – perché la parte libica ne ha più volte violato i principi fondamentali. In ogni caso il governo venga in Aula e spieghi cosa è realmente accaduto. Poi il Parlamento valuterà se istituire una commissione d’inchiesta parlamentare per approfondire i fatti’’.
Secondo il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando, “è indegna la difesa del governo” ed “è vergognoso che i ministri Maroni e Frattini, invece di difendere i nostri pescatori e alzare la voce, continuano a genuflettersi al dittatore libico in nome degli interessi economici del premier. Il governo venga in Parlamento a riferire. L’Italia ha una sua storia e una sua dignità, non è un pied-à-terre della Libia’’.


Il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, intervenendo nell’Assemblea di Montecitorio, ha chiesto che “quanto prima il ministro Maroni venga in Aula’’. Analoga richiesta al governo è arrivata dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che parla di “pagina buia” della politica estera italiana.
Ma critiche arrivano pure dalla Lega. ‘’E’ un bell’assurdo farsi sparare dai mezzi che abbiamo regalato – afferma Stefano Stefani (Lega), presidente della Commissione Affari esteri della Camera – Aspettiamo di vedere cosa sia successo, i libici si sono scusati. Ma non bastano le scuse in un caso del genere’’.
Intanto, però, il pm di Agrigento parla di tentato omicidio plurimo aggravato e danneggiamento di navi, reati ipotizzati contro ignoti.