Rom: scontro Francia-Ue, Berlusconi con Sarko

PARIGI – Sono state ore di alta tensione quelle che hanno visto protagoniste la Francia e la Commissione europea sul controverso giro di vite del presidente Nicolas Sarkozy contro nomadi e Rom: almeno fino a una parziale retromarcia della commissaria Ue Viviane Reding, all’origine dello scontro, per le sue critiche alla politica francese delle espulsioni, che hanno fatto infuriare Parigi, calmatasi solo in serata. In un comunicato, l’Eliseo ha “preso atto” delle “scuse” del commissario, in particolare, rispetto alle “sue dichiarazioni oltraggiose all’indirizzo della Francia” velatamente equiparata, nella sua politica anti-nomadi, a quella che della Seconda guerra mondiale.

La guerra verbale tra Parigi e Bruxelles, che da ieri sembra aver abbandonato il terreno della diplomazia per trasformarsi in una sorta di psicodramma politico, ha stimolato prese di posizione – tra l’altro da Roma, Berlino e anche da Washington – alla vigilia di un vertice Ue che rischia di essere condizionato da questa vicenda. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è schierato con i francesi: la Reding, che è anche vicepresidente dell’esecutivo Ue, “avrebbe fatto meglio a trattare l’argomento in privato con i dirigenti francesi, prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto”, ha detto il premier al quotidiano Le Figaro, auspicando che “la convergenza italo-francese aiuti a scuotere l’Europa e ad affrontare il problema con politiche comuni”. Sulla vicenda è intervenuta anche la cancelliera tedesca Angela Merkel che si è detta d’accordo con Bruxelles sulla sostanza (“trovo che la Commissione Ue abbia ragione”), anche se non sui toni usati dalla Reding.

L’eco della polemica è arrivato anche a Washington, dove l’amministrazione Usa non ha risparmiato una tiratina d’orecchie, invitando il governo francese e quello di altri paesi a “rispettare i diritti dei Rom”. Pare dunque ormai scontato che il tema dei Rom irromperà domani nell’atteso vertice Ue di Bruxelles, che in origine doveva riunire i leader Ue intorno a temi economici. Ieri, la Reding, alla Francia ‘culla dei diritti’ non ha davvero risparmiato nulla: dalla minaccia di una doppia procedura di infrazione per le sue politiche discriminatorie. Fino al parallelo con le deportazioni nella Seconda guerra mondiale, poi smentito dalla commissaria. Parole che hanno fatto fatto infuriare Sarkozy, che oggi ha lanciato alla commissaria lussemburghese un durissimo e provocatorio attacco. “Che faccia venire i Rom nel suo Paese, che ne accolga qualcuno nel Lussemburgo”, ha detto secondo quanto raccontato da alcuni senatori dell’Ump.

Immediata la reazione del ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, secondo cui Sarkò è “in malafede”. Mentre il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, ha espresso “pieno sostegno” alla commissaria, che in serata è ritornata parzialmente sulle sue affermazioni. “L’espulsione dei Rom da parte della Francia – ha detto – non ha niente a che vedere con quanto accaduto nella seconda guerra mondiale. Mi dispiace per queste interpretazioni che distraggono l’attenzione dal problema. Non ho in alcun modo voluto stabilire un parallelo tra la seconda guerra mondiale e le azioni del governo francese”. “Avevo solo manifestato l’impressione – ha proseguito – che delle persone fossero espulse da un paese membro solo per la loro appartenenza ad una minoranza etnica. Penso che l’Europa non debba essere più il terreno di azioni del genere dopo la seconda guerra mondiale”. Nel pomeriggio, Sarkozy aveva fatto sapere che domani porterà la questione a Bruxelles perché è “scandaloso (…) che l’Europa si esprima in questo modo su ciò che fa la Francia”.

Che la giornata si stava mettendo male lo si era capito già dalle prime ore del mattino, quando l’Eliseo bollava come “inaccettabili” le critiche della Reding sulla situazione dei rimpatri. Anche se apriva al “dialogo pacifico”, invitando tutti a moderare i toni della discussione e a smettere di alimentare “una sterile controversia”. In serata, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha chiamato il collega lussemburghese, per chiarirsi e per ribadire l””amicizia” tra i due Paesi.