Veltroni e Bersani: è scontro sul candidato premier

ROMA – “Il partito e’ senza bussola”: la frase che ripeteva Massimo D’Alema nelle riunioni della sua associazione Red, durante le segreterie di Walter Veltroni e di Dario Franceschini, è comparsa ieri nel documento che lo stesso Veltroni ha promosso assieme a Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni, e che sarà reso pubblico nei prossimi giorni in vista della Direzione del 23 settembre.


Il testo, fortemente critico sulla conduzione del partito, annuncia non la nascita di una corrente interna al Pd, bensi’ quella di un Movimento che “coinvolga forze interne ed esterne al partito”. Ed e’ in questa logica che lo stesso Veltroni ha lanciato ieri l’idea di un candidato premier esterno al Pd, come lo fu Romano Prodi. Idee queste che hanno provocato la ferma risposta di Pier Luigi Bersani.


Il documento osserva che nonostante la “crisi irreversibile del centrodestra” il Pd non riesce ad intercettare l’elettorato deluso del Pdl, tanto e’ vero che e’ inchiodato al 25%, mentre era al 34% alle elezioni del 2008, quando Berlusconi era al massimo dei consensi. Un “paradosso” lo definisce il documento, e anche Massimo D’Alema, in una intervista alla “Stampa” ammette che questo “e’ un problema” che pero’ “Bersani ha affrontato nel modo giusto con il discorso di domenica a Torino”.


L’analisi del documento e’ ben diversa: il Pd potra’ ritrovare appeal se con “coraggio” e “innovazione” ripropone un progetto politico e un programma “riformista” che sappia parlare a tutto il Paese: dunque il ritorno alla vocazione maggioritaria e allo spirito originario del Pd. Altro che “ipotesi neo-frontista” (tutti insieme contro Berlusconi) o quella “neo centrista” (accordo con l’Udc) che circolano nel Pd “con svolte e controsvolte”.


“Il superamento della crisi del Pd e il rilancio del suo progetto di innovazione e riformismo”, spiega il documento, non richiede “una corrente, cioe’ uno strumento chiuso nella logica della lotta interna”, bensi’ “un Movimento che si proponga il rafforzamento del consenso al Pd e del suo pluralismo, coinvolgendo forze interne ed esterne al partito, tornando ad appassionare energie che si sono allontanate”.


All’idea del Movimento “interno ed esterno” al Pd, segue quella, proposta da Veltroni in un forum su Repubblica.it: “cercare il candidato fuori da se’, qualcuno che venga dalla societa’, in grado di federare”, come seppe fare Romano Prodi. La diffusione del documento ha suscitato la reazione negativa di Dario Franceschini, per il quale “e’ irresponsabile, di fronte alle spaccature della destra, offrire a loro le nostre divisioni. Questo e’ avvenuto troppe volte in passato, ed e’ ora di finirla”.


Anche gli uomini vicini a Piero Fassino, con Cesare Damiano, e Marina Sereni, fanno lo stesso ragionamento. C’e’ poi una competition per la leadership interna agli ex popolari tra lo stesso Franceschini e Fioroni, che mercoledi’ sera ne ha riunito un gruppo di 35 parlamentari che hanno firmato il documento; cosa che non ha fatto comunque Franco Marini. Critiche sono arrivate anche da Antonello Soro e Pier Luigi Castagnetti, ultimo segretario del Ppi, che ha convocato assieme a Marini i popolari martedi’ sera.


Duro il segretario Pier Luigi Bersani che ha parlato di “pacco-dono a Berlusconi”: “Siamo un partito di tipo europeo con una maggioranza e una minoranza – ha detto a ‘Porta a Porta’ – ma non e’ questo il modo e il tono per fare una discussione”. E sul “Papa straniero” ha ironizzato: “vedo che hanno cambiato idea…” dato che proprio i veltroniani si batterono per far scrivere nello statuto del Pd che il segretario sarebbe stato il candidato premier. E sul Movimento e’ stato ancora piu’ netto: “Il Pd non e’ il Pdl. Da noi ci sono tutti gli strumenti per partecipare. Non si puo’ dire ‘sto dentro e fuori”’. Parole a cui lo sesso Veltroni controbatte da Caserta: “Un regalo a Berlusconi? E’ esattamente il contrario e Bersani lo sa benissimo” per poi rassicurare il segretario che “io sto dentro il Pd, ci sto benissimo e ci restero’ e cerchero’ di aiutare a farlo piu’ grande”. Un obiettivo che serve a Veltroni a replicare anche ad altre bordate cui e’ stato fatto oggetto scandendo che “non ci sono disegni e giochini; ma l’unita’, la si costruisce insieme e dicendo la verita’. I sondaggi danno il Pd al 24,6 e io sono preoccupato…”.