Poker al Friuli, la signora si ritrova

UDINE – Balsamo friulano per la Juve. La squadra di Del Neri, dopo i due 3 a 3 consecutivi e la sconfitta alla prima di campionato, era chiamata alla prova della verità. E non ha fallito. Ma contro si è trovata una Udinese inconsistente e rinunciataria che ha finito per esaltare i meriti della vecchia Signora anche oltre i limiti del lecito. Non c’é che dire: il Friuli porta veramente bene a Del Neri.


Lo scorso anno con la Sampdoria – qui interruppe un periodo nerissimo e cominciò una cavalcata che portò i blucerchiati fino alla Champions – e quest’anno con la Juve che ha segnato quattro gol senza, finalmente, subirne nessuno.


Juve guarita? Juve che rientra a pieno titolo tra le favorite del torneo? Juve anti Inter e anti Milan? Tutto ancora troppo presto. La squadra ha individualità non c’é che dire e con un Del Piero in questa forma può puntare a tutto. Ma il gioco ancora latita. O, meglio, va a sprazzi. Quando la Juve corre e si propone, quando cioé fa con la stessa intensità le due fasi del gioco, quello con palla e quello senza palla, tutto funziona e la squadra appare insuperabile. Perché alla fine anche il centrocampo protegge la difesa e Chiellini e Bonucci possono respirare e controllare senza problemi gli avversari. Quando invece la squadra si ferma, rallenta la corsa e, soprattutto sulle fasce, non spinge, ecco che i limiti emergono tutti. Insomma nessuno, in casa Juve, si illuda. Del Neri ha ancora molto su cui lavorare. Il 4 a zero di Udine, pur se importante, non deve insomma trarre in inganno.


La Juve ha avuto di fronte una Udinese bruttissima, senza testa e senza cuore. Insomma una squadra che se non si dà una sveglia non può che lottare per la salvezza. Con un grosso problema in più: Di Natale non segna o, per lo meno, non segna come lo scorso anno. E quindi tutti i problemi si ingigantiscono. Non accadeva da decenni una partenza così negativa a Udine: tre partite, zero punti, due soli gol all’attivo e ben otto al passivo. Il campanello d’allarme è già suonato e Guidolin dovrà subito porre rimedio a questa situazione.


Al Friuli la vecchia Signora – detto di Del Piero – ha messo in mostra finalmente il vero Krasic, un ragazzo che salta sempre l’uomo, va sul fondo e propone degli ‘assist’ al bacio. Ma a Udine ha giocato bene anche Marchisio, mentre Quagliarella e Iaquinta, se stanno bene, sono sempre una garanzia di gol. Motta e Grygera son forse da rivedere, ma il rientro di Grosso e il recupero degli infortunati dovrebbe entro poco tempo dare garanzie a Del Neri anche sotto questo profilo.


Il primo tempo è tutto della Juve. L’Udinese infatti si fa viva dalle parti di Storari solo al 15’ con Sanchez che, al limite dell’area, anche perché pressato da Chiellini, non riesce a concludere. Gli uomini di Del Neri sono padroni del centrocampo e soprattutto delle fasce: Pepe a sinistra e Krasic a destra. E proprio dai piedi del serbo partono gli ‘inviti’ al gol per i compagni. Se si sorvola sul primo gol – punizione di Del Piero sulla quale risolve Bonucci – sono proprio due belle discese sulla destra di Krasic ad illuminare la Juve. Sulla prima è abile Quaglieralla a mettere dentro; sulla seconda è Marchisio a farsi trovare pronto e in semirovesciata battere Handanovic.


Nella ripresa la partita cala di tono. La Juve controlla e l’Udinese non è in grado di pungere. Arrivano le sostituzioni, ma la situazione in campo non cambia. Si va vedere solo Iaquinta che segna un bel gol, ma poi sbaglia ad esultare. Da li alla fine il pubblico della curva lo becca e lo fischia sonoramente. Juve che riparte da Udine, insomma, e Udinese che deve rimboccarsi le maniche e cominciare a fare punti, a partire, se possibile, da mercoledì a Bologna.