Onu, aperto il summit sugli obiettivi del Millenio

NEW YORK – Si è aperta ieri presso le Nazioni Unite a New York la tre giorni di lavori che vede riuniti oltre 140 capi di Stato e governo per discutere di come rilanciare l’impegno – sottoscritto nel 2000 con la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite – a raggiungere gli Obiettivi del Millennio entro il 2015.


Nel corso del suo intervento al summit, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato un appello: urge una tassa sulla transazioni finanziarie. Questa per Sarkozy permetterebbe di trovare fondi per finanziare la risposte alle esigenze dei paesi più poveri, anzitutto nell’ambito della lotta al cambiamento climatico. Risposte che saranno, ha spiegato il titolare dell’Eliseo, priorità nelle future presidenze francesi del G20 e del G8.
“I finanziamenti innovativi – ha dichiarato Sarkozy – come la tassa sulle transazioni possiamo deciderli qui. Perché aspettare?”. In effetti, “la finanza si è globalizzata. In nome di cosa non dovremmo domandare alla finanza di partecipare alla stabilità del mondo?”.


Nel discorso, il francese chiede che l’assemblea generale Onu che inizia questa settimana adotti il principio della tassa e che le sue modalità pratiche siano decise entro un anno. Sarkozy ha inoltre annunciato un aumento del 20% del contributo francese al Fondo mondiale per la lotta all’Aids, ‘tubercolosi’ e malaria, patrocinato dalla moglie Carla Bruni. Il Fondo oggi ammonta a 300 milioni di euro l’anno.


D’accordo con Sarkozy il capo del governo spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero. Nel corso del suo intervento il premier di Madrid ha detto scopo della tassa è anzitutto raggiungere tutti gli obiettivi del Millennio entro 5 anni. “Come possiamo raggiungerli? – ha dichiarato Zapatero – A due condizioni: che i paesi mantengano lo sforzo a favore degli aiuti allo sviluppo nonostante la crisi, e che si stabilisca una tassa sulle transazioni internazionali”.


“Non possiamo pareggiare i bilanci sulle spalle dei più poveri”, ha detto dal canto suo il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, esortando i leader della comunità internazionale a non perdere di vista l’obiettivo di mettere fine alla povertà estrema entro il 2015. Un obiettivo che, nonostante la crisi economica, è ancora raggiungibile, ha detto il segretario generale nel discorso di apertura. “Nonostante gli ostacoli, lo scettismo e la scadenza sempre più vicina, questi obiettivi sono raggiungibili” ha detto Ban, riferendosi appunto ai principali, cioè la fine della povertà estrema – quella che costringe a vivere con meno di 1,25 dollari al giorno – e la riduzione del numero degli affamati. “Non abbiamo mai avuto così tante storie di successo – ha detto – la spinta degli Obiettivi del Millennio è innegabile, e di questi risultati dobbiamo essere orgogliosi”. Però, Ban ha sottolineato come questi risultati siano ancora molto fragili e quindi necessitano di protezioni da parte della comunità internazionale.


All’Onu, il primo obiettivo per il ministro degli Esteri Franco Frattini sarà l’approvazione della prima risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili, per abolirle entro il 2015. L’appuntamento è mercoledi’ 22 quando Frattini co-presiederà una ministeriale insieme all’omologo egiziano Ahmed Abdul Gheit, cui parteciperà anche la collega delle Pari Opportunità, Mara Carfagna.

LE CIFRE


Venezuela, bilancio positivo

CARACAS – Secondo le stime della Fao e della Pam (il programma alimentare mondiale Onu) pubblicate la scorsa settimana, il numero di affamati nel mondo è sceso sotto la soglia del miliardo di persone. Secondo i due organismi, però, il numero “rimane inaccettabilmente alto: con un bambino che muore ogni sei secondi per problemi connessi con la sottoalimentazione, la fame rimane lo scandalo e la tragedia di più vaste proporzioni al mondo”, aveva affermato Jacques Diouf, direttore generale della Fao. E aggiungeva: “E’ a serio rischio il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre la fame nel mondo”.


Ciò nonostante non ci sono solo cattive notizie. In Venezuela sono stati raggiunti buoni risultati per quanto riguarda l’eliminazione della povertà estrema, che è scesa al 23% durante il secondo semestre del 2009, quando invece nel 1996, sotto la gestione dell’allora capo di Stato Rafael Caldera, raggiungeva addirittura il 70%, con un 40% di povertà estrema e una inflazione record del 103%, secondo i dati presentati dal presidente dell’Istituto nazionale di statistica (INE). Elías Eljuri. Eljuri ha spiegato che la povertà in Venezuela nel 2003 era al 55% e la povertà estrema al 25%, ma che successivamente si è registrato un calo progressivo fino a raggiungere rispettivamente il 23 ed il 6%, secondo le ultime cifre disponibili che rispondono ai modelli di calcolo internazionalmente riconosciuti. Nel 1998, inoltre, 4 milioni di venezolani non avevano accesso all’acqua potabile, che oggi copre il 92% della popolazione.


Per quanto riguarda l’obiettivo di riduzione della mortalità infantile (che colpisce 30 mila bambini sotto i 5 anni ogni giorno) il Venezuela registra dati positivi. I neonati che muoiono quando ancora non hanno raggiunto un anno di età sono scesi dell’11,78 per mille dal 1990 ad 2008, con una meta globale di meno 8,6 per mille. Il calo di mortalità per bambini maggiori di un anno è 45,72 per mille.


Se nel mondo 115 milioni di bambini sono privati della scuola primaria, il Venezuela ha investito nell’istruzione una percentuale di Pil sempre maggiore, che è passata dal 5,4 per cento del 2000 al 6,3 del 2008. Così facendo, nel periodo 2008-2009 le immatricolazioni di livello basico hanno toccato il 92,8 per cento. Inoltre, nel 2005 il Venezuela è stato dichiarato paese libero da analfabetismo (dopo Cuba, nel 1961, e prima della Bolivia, nel 2008). Importanti i risultati delle missioni Robinson, Robinson II e III, Ribas e Sucre.


Buona la protezione dell’ecosistema, sia con la ‘Misión Árbol’ che mira a preservare i boschi del Paese, sia con la spinta alla gestione integrale dei residui e dei rifiuti solidi pericolosi per l’ambiente. Oggi il Venezuela è 17esimo nell’elenco dei Paesi che vantano il maggior livello di biodiversità nel mondo, tra i dodici con la maggior quantità di pesci d’acqua dolce, anfibi, farfalle e api.

VALIDI PER 191 PAESI ONU


Gli otto obiettivi del Millenio

Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite sono otto obiettivi che tutti i 191 stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere per l’anno 2015. La Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, firmata nel settembre del 2000, impegna gli stati a sradicare la povertà estrema e la fame, ridurre della metà, fra il ‘90 e il 2015, la percentuale di popolazione in condizione di povertà estrema, con meno di un dollaro al giorno; garantire una piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso a tutti, l’educazione primaria universale; la parità dei sessi e l’autonomia delle donne (eliminare la disparità dei sessi nell’insegnamento primario e secondario preferibilmente per il 2005, e per tutti i livelli di insegnamento entro il 2015); ridurre la mortalità infantile (ridurre di due terzi, fra il 1990 e il 2015, la mortalità dei bambini al di sotto dei cinque anni); migliorare la salute materna; combattere l’HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie (bloccarne la propagazione e cominciare a invertirne la tendenza); garantire la sostenibilità ambientale (invertire la tendenza attuale nella perdita di risorse ambientali, ridurre il processo di annullamento della biodiversità, ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di popolazione senza un accesso all’acqua potabile e agli impianti igienici di base, ottenere un miglioramento significativo della vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli entro l’anno 2020); sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo: un sistema commerciale e finanziario fondato su regole, prevedibile e non discriminatorio. Esso deve includere l’impegno in favore di una buona gestione, dello sviluppo e della riduzione della povertà sia a livello nazionale che internazionale; tenere conto dei bisogni speciali dei paesi meno sviluppati.

Questo include l’ammissione senza dazi e vincoli di quantità per le esportazioni di questi paesi, potenziamento dei programmi di alleggerimento dei debiti per i paesi poveri fortemente indebitati, cancellazione del debito bilaterale ufficiale, e una più generosa assistenza ufficiale allo sviluppo per quei paesi impegnati nella riduzione della povertà. Occuparsi in maniera globale del problema del debito dei paesi in via di sviluppo attraverso misure nazionali ed internazionali. Rendere le medicine essenziali disponibili ed economicamente accessibili nei paesi in via di sviluppo. In cooperazione con il settore privato, rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specie quelle inerenti informazione e comunicazione.

LA DENUNCIA


Amnesty e Bono contro l’Onu

ROMA – Gli Obiettivi del millennio stanno tagliando fuori le persone più povere del mondo poiché i governi le stanno ignorando e stanno violando i loro diritti umani. E’ la denuncia di Amnesty International che richiama l’attenzione dei capi di Stato a New York per il summit dell’Onu. “Oltre un miliardo di persone negli insediamenti abitativi precari non sono ancora state incluse negli sforzi per conseguire gli Osm, perché questi si prefiggono di migliorare le condizioni di vita di soli 100 milioni di persone”.


– Le parole non bastano. Le persone devono essere in grado di chiamare i governi a rispondere del loro operato quando questi non rispettano i diritti umani, di denunciare corruzione e negligenza nei tribunali e negli organismi di controllo affinché i governi portino davvero avanti i loro obblighi. Questo Summit è l’ultima spiaggia: il suo fallimento sarà garanzia di fallimento nel 2015’.


E Bono, cantante degli U2, si scaglia contro il summit: “I recenti vertici globali sono stati un fallimento totale e gli Stati sono in forte ritardo nella realizzazione degli Obiettivi”.

ACTIONAID


Affamati in aumento

ROMA – “Dal 2000, le persone affamate nel mondo sono aumentate di circa il 10%”, questa la denuncia di Luca De Fraia, Vice Segretario Generale di ActionAid, in questi giorni al Summit Onu a New York. “Il primo Obiettivo del Millennio resta per ora una chimera: dieci anni fa, gli affamati erano circa 850 milioni. Oggi, nonostante i dati FAO mostrino un sensibile miglioramento rispetto al 2009, 925 milioni di persone soffrono la fame”.