Questo Eto’o adesso oscura anche Milito

Quando Guardiola due estati fa decise che il Barcellona poteva fare a meno di Eto’o, Lionel Messi supplicò l’allenatore catalano: “Lascia andare via chiunque ma non Samuel”. La storia è nota, il camerunense poi arrivò all’Inter (oltre a circa 50 milioni di euro) in cambio di Zlatan Ibrahimovic: un affare per cuiMassimo Moratti ogni giorno di più si frega le mani soddisfatto, specialmente quando Eto’o è decisivo come con la doppietta di Palermo che consente ai campioni d’Italia di andare in testa alla classifica e mandare un messaggio alle concorrenti, già costrette a inseguire dopo tre giornate.

I 16 gol della passata stagione non erano un pessimo bottino. Ma quella appena cominciata si annuncia ancora più prolifica. Dopo un anno a correre sulla fascia in ossequio al dettato di JosèMourinho, Eto’o ora vuole un posto più vicino alla porta, per saziare la sua fame di cannoniere. Punta quota 25 reti e ne ha già segnate 6 in altrettante partite. La sua forma atletica è eccellente, e infatti ancora spesso rincorre i centrocampisti avversari e recupera palloni. La sua mira è la solita, quasi infallibile: a Palermo ha ubriacato Munoz in due metri quadrati e poi dettato alla perfezione un triangolo con Stankovic; efficace e fulminante come contro il Twente, decisivo come con l’Udinese. Prima devoto a Mourinho, ora Eto’o vede di buon occhio la rivoluzione di Benitez verso il 4-3-1-2.

“Con Mourinho arretravo spesso sulla sinistra, lui diceva che era per il bene della squadra, per vincere: e avete visto che mi sono adattato per il gruppo – ha spiegato il camerunense giorni fa all’Equipe – A Benitez ho spiegato che avevo bisogno di segnare di più e lui mi ha assicurato che avrebbe fatto di tutto in quella direzione: continuo a giocare sempre sulla fascia, ma più libero dal lavoro difensivo”. L’unico effetto collaterale di questo Eto’o è che fa risaltare il momento opaco di Diego Milito. Devastante lo scorso anno con i suoi 30 centri, dopo un Mondiale piuttosto frustrante l’argentino fatica a trovare la forma migliore e l’astinenza da gol lo innervosisce. Alla quarta sostituzione in sei partite a Palermo ha sbottato con Benitez (“sempre io esco, dobbiamo parlare”), che non lo ha mai messo in dubbio, convinto che presto si sbloccherà.

Taglia corto l’ad interista Ernesto Paolillo, che cerca di togliere pressione a Milito: “Penso che la stanchezza del campionato precedente e i ritardi durante il ritiro estivo possano influire, ma non è un problema perchè Diego è un grande giocatore e già a Palermo si sono visti notevoli miglioramenti. Se non fa gol l’uno li farà l’altro, quando li faranno sia Eto’o sia Milito sarà meglio per noi”. La prima chance arriva già in casa contro il Bari: Benitez conta di recuperare Sneijder e ci sarà anche Zanetti che si è ripreso tranquillamente dopo il malore di Palermo.