Riciclaggio, concessi i domiciliari al senatore

ROMA – L’ex senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), coinvolto nell’inchiesta su una presunta frode e riciclaggio da 2 miliardi di euro, ha ottenuto venerdì gli arresti domiciliari e ha concordato con la procura di Roma il patteggiamento di una pena di cinque anni e la restituzione di quattro milioni e 700 mila euro, frutto dell’attività di riciclaggio a lui destinato.


Il processo in cui è imputato Di Girolamo vede coinvolti anche ex dirigenti di Telecom Italia Sparkle e l’ex AD di Fastweb Silvio Scaglia.


Ai 38 rinviati a giudizio immediato lo scorso 11 agosto si sono poi aggiunti anche Di Girolamo e Marco Toseroni, un collaboratore dell’imprenditore Gennaro Mokbel, che per l’accusa sarebbe uno dei ideatori della frode.
La prima udienza davanti alla quarta sezione penale del tribunale di Roma si terrà il 2 novembre. I 40 imputati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio all’intestazione fittizia di beni, evasione fiscale, reinvestimento di proventi illeciti.


La posizione di Di Girolamo e Toseroni era stata accantonata in un primo tempo, quando, a differenza degli altri indagati, collaboravano alle indagini.