Pari all’ultimo respiro per il Palermo

PALERMO – All’ultimo respiro. Il Palermo soffre nettamente oltre il previsto contro il Lecce, ma resta a galla, riacciuffando il pari nei minuti di recupero, dopo essere partito da 0-2, per effetto dei gol di Giacomazzi e Corvia. I rosanero rischiano la più clamorosa delle sconfitte casalinghe e riacciuffano il pareggio quando ormai anche il più ottimista dei tifosi sembrava non crederci più.


La ‘meglio gioventù’ rosanero, che era strepitosamente e meritatamente sbocciata giovedì sera a Torino, salendo al potere contro la Juventus, è atterrata bruscamente ieri al Berbera. Complice la puntigliosa, attenta e concreta prestazione del Lecce, che De Canio ha schierato magistralmente con un 4-3-3, poi divenuto un 4-4-2, infine 4-5-1. I salentini sono stati bravi e si sono meritati il sostegno della Dea bendata, andando in gol all’inizio del primo e del secondo tempo. Due reti, quelle dell’ex Giacomazzi (l’uruguagio non ha esultato, per rispetto dei suoi ex tifosi che in cambio lo hanno fischiato al momento dell’espulsione nei minuti finali) e dell’ex romanista Corvia, che hanno tagliato le gambe ai ragazzi guidati da Delio Rossi e mandato in orbita il Lecce.


Il Palermo ha avuto il merito di crederci fino alla fine, di restare aggrappato ad un filo di speranza che, soprattutto dopo il gol della bandiera di Pinilla, è diventata certezza. Sull’1-2 l’impresa non sembrava poi così impossibile ed hanno fatto bene i rosanero ad andare avanti a testa bassa, pur con qualche rischio di troppo, schiacciando gli avversari e creando una serie innumerevole di palle-gol. Dai e dai, il Palermo ha coronato i propri sforzi in pieno recupero, grazie ad un’invenzione di Javier Pastore che anche ieri non ha lasciato a bocca asciutta i tifosi dal palato più esigente, esibendosi perfino in una pazzesca ‘rabona’ che ha messo Ilicic davanti al portiere; peccato che l’arbitro Bergonzi – poco coerente la sua prestazione – abbia fermato il gioco per fuorigioco dello sloveno del Palermo.


I padroni di casa hanno pagato forse oltre il lecito una partenza al piccolo trotto, conseguenza degli impegni ravvicinati e della doppia sfida consecutiva in 4 giorni contro Inter e Juve, contro le quali non hanno certo demeritato: un Palermo apparso inizialmente svuotato ha preso coraggio, vigoria, determinazione ed ha ritrovato la necessaria lucidità che era mancata nel primo tempo. E così è tornato ad offrire un calcio spumeggiante, a tratti arrembante, che ha messo alle corde un Lecce molto ben organizzato. Un paio di interventi di Rosati, e la scarsa precisione di qualche rosanero (Hernandez ha divorato la più ghiotta delle occasioni), hanno fatto il resto. Il pareggio è forse il risultato più giusto ed alla fine entrambe le squadre si mordono le mani: il Lecce per avere sprecato il doppio vantaggio, e gettato alle ortiche un’occasione forse irripetibile; il Palermo per non essersi ‘svegliato’ prima ed avere ‘regalato’ il secondo (più del primo) gol ai salentini che, dopo il brusco impatto con la Serie A, guardano al futuro con un pizzico di euforia in più.