Finiani: “La vicenda è chiusa, ora pensiamo al governo”

ROMA – “Per noi la vicenda è chiusa. Il problema è di Giancarlo Tulliani e di chi ha voluto sfruttare la vicenda politicamente”. Lo ha detto il capogruppo di Fli Italo Bocchino, a proposito del videomessaggio di sabato del presidente della Camera Gianfranco Fini. E se Tulliani si rivelasse, alla fine, vero proprietario dell’appartamento, “Fini sarebbe la prima vittima” della faccenda anche se mettendo sul piatto le proprie dimissioni si “è dimostrato un politico di caratura diversa rispetto a tanti altri. Ora ci occupiamo solo di cose che interessano i cittadini” e l’attenzione si concentra sul discorso del premier alla Camera “per sapere cosa intende fare il governo nella seconda metà della legislatura”.


A parlare per il Governo è il ministro della Giustizia. Per Angelino Alfano “siamo al governo per fare le riforme non per galleggiare. Se non si possono fare le riforme allora è meglio votare. Non stiamo al governo per chiacchierare, vedremo cosa vuole fare il gruppo di Futuro e Libertà se vogliono fare le riforme o invece solo logorare Berlusconi”, spiega il Guardasigilli. “La sinistra -aggiunge- vuole solo andare al governo senza passare per il voto, hanno paura del suffragio universale, sono disposti a tutto per evitare il voto, anche a un governicchio magari tecnico. Noi invece pensiamo -ha concluso Alfano- che se non ci sono le condizioni per governare allora è meglio ritornare al popolo”.


Poi interviene il deputato del Pdl Nicolò Ghedini. Che avverte: “Prima di raggiungere qualsiasi risultato sul fronte della giustizia c’è bisogno che il presidente del Consiglio non sia sotto processo perché altrimenti ogni riforma viene strumentalizzata dicendo che si tratta di un golpe a favore del premier anche quando non è così. Per questo il mio compito è che il premier non sia sotto processo”. “La magistratura -avverte l’avvocato- è un sistema fuori controllo, è l’unico potere che si autogiudica. Il nostro obiettivo è riequilibrare questo potere e si può fare solo attraverso una riforma costituzionale. Non è più tempo di trattare”.
L’opposizione punta il dito contro il centrodestra. Pier Luigi Bersani parla di governo al capolinea: “Il problema ora è che Berlusconi non può più tirare la palla avanti, ma non vuole mollare ed esercita tutta la sua forza di consenso, di potere. Forse si sta muovendo qualche sottoscala della Repubblica per tenere la situazione bloccata. Ma il Paese non può permetterselo”.


Quella che ha coinvolto Gianfranco Fini “non è una storia edificante, ma è evidente che non possiamo non registrare che c’è stato un richiamo all’etica pubblica e al rispetto delle istituzioni”. A sottolinearlo la presidente del Pd, Rosy Bindi secondo cui si tratta di una “situazione imbarazzante ma in un tempo in cui si è perso il senso del pudore, la sua affermazione non può non essere registrata”. E ancora il presidente dei Democratici ribadisce che “Berlusconi governa con il metodo Boffo che è stato istituzionalizzato”, e aggiunge che “sarà difficile che resti in quella compagnia”.


È intevenuto anche l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. “E’ vero che è in atto un gioco al massacro, ma le ragioni sono tutte politiche, non riguardano le mura di una casa a Montecarlo. Vi è un dissenso culturale e politico profondo tra Berlusconi e Fini, che è esploso”. “C’è una frattura tra Berlusconi e Fini -ribadisce il filosofo- ma anche un dissenso di tutta l’area ex popolare del Pdl che non ci sta più a seguire la linea del Cavaliere”.


Quanto all’appello del leader di Fli a proseguire nell’azione di governo, Cacciari taglia corto: “credo sia difficile che il governo vada avanti, penso che in primavera ci toccherà votare. Berlusconi e Fini andranno ciascuno per conto suo. Il discorso di Fini è stato abbastanza banale: al di là dell’appello a tornare a discutere di politica, non ha chiarito alcunché e ha rimandato tutto alle indagini. Ma il problema di fondo è il dissenso politico radicale che si è aperto nel Pdl. Il resto sono cose da Italietta”.