Terrorismo, «alert» Usa, rischi anche in Italia

ROMA – Il rischio segnalato dagli Stati Uniti è ‘’reale’’ e la minaccia che vi siano nascoste in Europa cellule pronte a colpire è ‘’attendibile’’ anche se, almeno dalle informazioni e dagli elementi raccolti finora, non vi sono segnali particolari che indichino l’Italia – o interessi italiani all’estero – come obiettivi dei terroristi. Il ‘travel alert’ diffuso dal Dipartimento di Stato americano non coglie certo di sorpresa i responsabili della sicurezza e della nostra intelligence: da giorni infatti, sui tavoli degli uomini dei servizi e del Viminale circolano diverse informative provenienti dai servizi segreti occidentali. I falsi allarmi scattati in Francia nelle settimane scorse, le segnalazioni provenienti dall’Inghilterra e le informazioni che dal Pakistan parlano di un gruppo di terroristi pronto a replicare in Europa degli attentati ‘’stile Mumbai’’, sono state attentamente vagliate dai nostri 007 e dai vertici della sicurezza.

Nelle ultime ore, inoltre, si sono intensificati gli scambi informativi con le intelligence degli altri paesi, ulteriore conferma del fatto, fa notare una fonte qualificata, che la situazione è ‘’complicata’’ e va gestita con la massima attenzione. L’obiettivo dei nostri apparati di sicurezza è duplice: trovare eventuali collegamenti tra le informazioni provenienti dall’estero e personaggi finiti nelle inchieste italiane e, soprattutto, avere la certezza che tra gli estremisti islamici presenti nel nostro paese – in sostanza piccole cellule che si occupano in prevalenza di fornire appoggio logistico e documenti ai combattenti rientrati da Iraq e Afghanistan – non si sia infiltrato qualche altro personaggio con ben altre intenzioni.

E in quest’ottica va letto l’arresto a Napoli di un algerino di 28 anni, ricercato dall’autorità giudiziaria francese. All’uomo gli agenti della Digos, che lo hanno pedinato per tre giorni, hanno sequestrato un kit per la fabbricazione di esplosivo, un taccuino pieno di appunti, un computer e un cellulare. L’algerino sarà estradato in Francia, non prima però che si siano chiariti i motivi della sua presenza a Napoli, dove si muovono personaggi dediti alla falsificazione di documenti.
Al momento comunque, viene ribadito, non ci sono segnali specifici che riguardino il nostro paese. Nè le informative provenienti dagli Stati Uniti e dagli altri paesi occidentali hanno mai ‘’circostanziato’’ la minaccia. Valutazioni che hanno trovato conferme nelle parole del ministro dell’Interno Roberto Maroni.
– Facciamo parte di un network di intelligence che ha evidenziato potenziali rischi anche per l’Italia – ha detto il titolare del Viminale – stiamo guardando con attenzione alla situazione, che ritengo comunque sotto controllo.

Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, appena due giorni fa, ricordando che ‘’la guardia è e resta altissima’’, aveva sottolineato:
– Non abbiamo alcun allarme particolare per l’Italia’ anche se il nostro paese resta un obiettivo potenziale dei terroristi.

L’attenzione è dunque massima ma non sarebbero stati presi provvedimenti particolari, nè sarebbero state alzate le misure di sicurezza. Ciò non significa che non vi sia una vigilanza costante e puntuale su tutti quelli che possono essere ritenuti obiettivi sensibili: non solo sedi diplomatiche e di rappresentanza americane, inglesi e statunitensi, ma anche tutti quei luoghi di ritrovo, frequentati sia dai cittadini italiani che dai turisti. Particolare attenzione viene ovviamente riservata a aeroporti, porti, stazioni ferroviarie e della metropolitana, dove secondo l’alert diffuso dagli americani potrebbe svilupparsi l’attacco dei terroristi. In questa situazione, i responsabili dell’intelligence e della sicurezza hanno attivato anche tutte le fonti sul territorio, per captare in tempo eventuali segnali di pericolo, e tengono costantemente sotto controllo siti, forum e chat frequentati abitualmente dagli ambienti vicini al radicalismo islamico.

LA MAPPA

Oltre 13 mila obiettivi sensibili in Italia

ROMA – Sono oltre tredicimila gli obiettivi sensibili presenti in Italia, sedi governative e di ambasciate ma anche luoghi simbolo della cultura e stazioni ferroviarie e della metropolitana che potrebbero essere presi di mira dai terroristi di Al Qaida per compiere un attentato nel nostro paese. Un numero che dall’11 settembre 2001 muta costantemente anche a causa delle diverse tipologie di minacce che provengono da Osama Bin Laden e dalle cellule integraliste comunque legate al network del terrore.

In cima alla lista vi sono le sedi istituzionali e di governo, i ministeri, le ambasciate, le sedi di rappresentanza, scuole e università di paesi stranieri, in particolare quelle di Usa, Inghilterra e Israele, i luoghi di culto, primi tra tutti il Vaticano, luogo simbolo della cristianità, e la Sinagoga di Roma, già colpita da un’attentato terroristico nell’ottobre del 1982.

Un gradino sotto vi sono le caserme e le basi delle forze armate e delle forze di polizia, le basi della Nato e quelle degli Stati Uniti – Aviano, Camp Darby a Livorno e la Ederle a Vicenza in particolare – le infrastrutture strategiche del paese: ponti, ferrovie, grandi vie di comunicazione, centrali elettriche, depositi di materiali radioattivi, acquedotti, dighe. Sotto costante vigilanza, anche con l’ausilio di un sistema di videosorveglianza che viene ogni anno incrementato, ci sono anche i porti, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e della metropolitana. E ancora: tutti i luoghi simbolo delle città d’arte e delle principali città italiane, i principali musei, i luoghi di ritrovo come i centri commerciali, le sedi di grandi aziende commerciali e finanziarie collegate a gruppi americani.

Dopo l’11 settembre del 2001, alle forze di polizia impegnate nella vigilanza agli obiettivi sensibili – quasi 20 mila unità – si sono aggiunti i militari, per aumentare i controlli e per consentire a poliziotti e carabinieri di dedicarsi alle indagini. I primi militari – cui spettava la vigilanza su circa 150 obiettivi – vennero inquadrati nell’ ‘’Operazione Domino’’. Oggi l’operazione si chiama ‘’Strade Sicure’’ e vede impegnati complessivamente 4.250 militari, di cui 1.688 cui spetta il presidio fisso dei luoghi sensibili.

FARNESINA

Gli Usa ci hanno avvisato, procedure normali

ROMA – Interpellata sul travel alert Usa per i cittadini americani che viaggiano in Europa, la Farnesina fa sapere di essere stata preavvisata da parte delle autorità americane. Si tratta di procedure normali, si commenta alla Farnesina.

Anche il Ministero degli affari esteri attraverso il sito ‘viaggiare sicuri’ normalmente – si fa notare alla Farnesina – attira l’attenzione dei propri cittadini nei paesi occidentali ogniqualvolta vi sono motivi di preoccupazione collegati a possibili minacce terroristiche.

Sono procedure cautelative adoperate da tutti i paesi occidentali, si osserva ancora alla Farnesina. Il sito ‘viaggiare sicuri’ – si precisa infine – viene aggiornato costantemente alla luce dell’evolversi della situazione di sicurezza in Europa e nel mondo intero.