Il Napoli sale sul podio, la Roma crolla in zona retrocessione

NAPOLI – Capolavoro Mazzarri. Il Napoli gioca una partita tatticamente perfetta. Aspetta la Roma e la colpisce con le dolorosissime rasoiate dei suoi contropiedisti. Ogni azione, giocata alla velocità del suono, è un lampo di luce sul terreno di gioco del San Paolo. Finisce 2-0 ed il bottino per i padroni di casa avrebbe potuto essere ancora più robusto.

La Roma, soprattutto nel primo tempo, mantiene un inutile predominio del gioco a centrocampo. Tic toc, la palla gira in continuazione, ma gli attaccanti di Ranieri non inquadrano mai lo specchio della porta.
Nell’arco dell’intera partita, non si ricordano clamorose occasioni per segnare costruite dagli ospiti. Sull’altro fronte, invece, appena la prendono quei tre indiavolati, cioé il trio della meraviglie Lavezzi-Hamsik-Cavani, fanno venire la pelle d’oca a Lobont e non solo a lui. Il primo tempo si può sintetizzare così: la Roma gioca ed il Napoli spreca. La partita Mazzarri l’aveva vista proprio in questa maniera: aspettare l’avversario, farlo sfogare con i suoi tocchi inconsistenti a centrocampo e ripartire come saette. Soltanto che gli azzurri speravano di capitalizzare di più già nella prima frazione di gioco.

Nella ripresa, poi, la Roma crolla sul piano fisico mentre il Napoli, incredibilmente, cresce atleticamente alla distanza.

Eppure la Roma si spegne come la fiamma di una candela che si è consumata del tutto. Prima un tremore, poi un ultimo sfrigolio, infine il buio pesto. Il filo del gioco dei giallorossi si spezza. Non c’é più partita. Il Napoli domina, fa quello che vuole, non ha neppure più bisogno di affidarsi al contropiede. La Roma è una barca senza comandante che si avvia alla deriva. I due gol con i quali la squadra di Mazzarri agguanta il Milan al secondo posto e spedisce la Roma nei bassifondi della classifica sono la normale, giusta, scontata evoluzione di una lunga fase di gioco a senso unico. Anzi i padroni di casa, se soltanto fossero un po’ più precisi sotto la porta di Lobont, potrebbero umiliare gli avversari.

Ranieri si ostina a tenere in campo un Totti ininfluente e, in alcuni momenti, perfino irritante. Il capitano non è mai decisivo, chiuso com’é nella tenaglia tra Pazienza e Gargano che lo spingono, pressandolo quando gioca tra le linee, a cercare inutilmente libertà in area di rigore. Ma qualche metro più avanti lo fanno nero Cannavaro e Campagnaro e per Totti è buio pesto. Ciononostante Ranieri preferisce tenerlo in campo fino all’ultimo, sacrificando addirittura Borriello – il migliore dei suoi – per fare giustamente spazio a Vucinic nella mezz’ora finale. Ma a quel punto – sul 2-0 – la Roma non c’é già più ed il Napoli è incontrastato padrone del campo.

Per gli azzurri è la prima vittoria di quest’anno in campionato al San Paolo. Il tabù Roma viene sfatato dopo 13 anni di mancati successi al San Paolo. Al di là del capolavoro tattico di Mazzarri, da segnalare le prestazioni di Hamsik, Lavezzi e Cavani e, soprattutto, la scintillante condizione atletica di tutta la squadra. Se dura, il Napoli potrà dare davvero filo da torcere a tutti.