Pericolo di chiusura per la scuola paritaria «Bolìvar e Garibaldi»

CARACAS – La voce girava da tempo, ma era puntualmente smentita. Poi lo scorso giovedì 16 settembre, con soltanto un giro di telefonate ed una piccola riunione, la scuola paritaria ‘Colegio Bolivar y Garibaldi’ di Caracas ha chiuso i battenti. In bacheca, i nomi degli alunni delle sezioni italiane già suddivisi ed inseriti nelle classi venezolane.

I genitori non hanno accettato questo dietro-front improvviso. I loro figli, negli ultimi quattro anni, si sono impegnati per studiare un doppio programma: quello italiano e quello venezolano. Lo hanno fatto per non perdere la lingua di famiglia, per avere una chance in più nel mondo del lavoro ed ora si ritrovano con in mano un pugno di mosche. Per alcuni questo doveva essere l’anno dell’esame di maturità.
– Non accettiamo che, due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, ci vengano a dire che la scuola è chiusa – afferma decisa una mamma -. Prima di iscrivere i nostri figli, preoccupati dai pettegolezzi sull’eventuale chiusura della scuola paritaria, abbiamo chiesto spiegazioni ed i responsabili dell’Istituto ci intimavano di non rivolgerci alla ‘Codazzi’, assicurandoci che la scuola sarebbe proseguita normalmente. Così abbiamo pagato l’iscrizione, speso soldi per l’acquisto dei materiali scolastici…

Poche ore dopo aver ricevuto la notizia, mamme e papà sono nell’ufficio del Dirigente scolastico del Consolato italiano, Dott. Vincenzo Spezza. Il funzionario s’impegna a notificare prontamente l’accaduto al Ministero degli Affari Esteri ed ad inviare in Italia le 70 firme raccolte dai genitori in protesta.
Dopo una settimana, si presentano nuovamente alla sede diplomatica, che li ha convocati per una riunione insieme ai rappresentanti dell’Istituto ‘Bolivar y Garibaldi’.
– Sempre scuse – si lamenta una mamma -. Si giustificano dicendo che non ci sono professori, che i finanziamenti dall’Italia sono insufficienti, che una nuova legge impone alle scuole superiori un ciclo quinquennale e non quadriennale come previsto.

Contattiamo il Console Generale, Giovanni Davoli.
– Ho rimproverato i responsabili dell’Istituto per annunciare come definitive cose non vere – spiega alla Voce il diplomatico -. Ad esempio, il quinto anno della scuola media superiore previsto dalle nuove norme italiane non è certo da intendersi valevole per chi è al quarto anno, o al terzo, ma soltanto per chi si accinge ora ad iniziare il ciclo scolastico delle scuole medie superiori.

Esattamente come specificato nei due decreti interministeriali 4269 e 4270 del 4 agosto 2010.
Oggi è il primo giorno di scuola. Il Dirigente scolastico sta utilizzando tutti i canali disponibili per reperire insegnanti, qualcuno dall’Italia lo contatta sul web. Il Ministero degli Esteri, tramite il Consolato, ha concesso la deroga prevista dal decreto legislativo 267 del 2003 per permettere che alla ‘Bolivar y Garibaldi’ possano insegnare professori senza abilitazione all’insegnamento, come concesso nei “casi di necessità comprovata”. Giovedì scorso, in una terza riunione svoltasi all’interno della ‘Bolivar y Garibaldi’, si è deciso che per un periodo transitorio di circa due settimane gli alunni della scuola paritaria seguiranno le lezioni nelle aule venezolane, in attesa dei nuovi insegnanti italiani.

La proposta avanzata dalla scuola, che pretendeva di chiudere almeno le sezioni composte da pochi alunni (la terza media sarà frequentata quest’anno da circa 7 studenti), è stata categoricamente rifiutata dal Dirigente scolastico.
– La parte sociale, i genitori, sono disposti ad accettare docenti non abilitati – spiega il Dott. Spezza -; quella istituzionale, Consolato e Ambasciata, si è mossa il possibile e sta risolvendo le difficoltà.

Tutti impegnati, quindi. Ma i responsabili dell’Istituto?
– Abbiamo difficoltà nel reperire professori – cobnferma il preside della scuola, Claudio Milazzo, raggiunto telefonicamente dalla «Voce» -. Lo abbiamo spiegato ai genitori, al Dirigente scolastico del Consolato italiano, Vincenzo Spezza, ed al Console Generale, Giovanni Davoli. Ci è stato assicurato che il Consolato si attiverà per reperire in Italia il personale docente idoneo. Attendiamo.

– Nel frattempo cosa accadrà con gli studenti?
– La nostra è una scuola italo-venezolana – spiega il preside -. I ragazzi non risentiranno della chiusura temporale della scuola paritaria italiana. seguiranno le lezioni nelle aule venezolane. Noi siamo i primi interessati a proseguire il percorso scolastico della scuola italiana. Sia ben chiaro, però, che è necessario un numero minimo di alunni per ogni classe. Nel caso dovessero iscriversi meno di 12 alunni, saremo costretti a chiuderemio nostro malgrado.