Giustizia, allarme di Palamara: «A rischio gli equilibri dello Stato»

ROMA – «Mettere in maniera così violenta in discussione una funzione dello Stato rischia veramente di sovvertire quelli che sono gli equilibri». Parole di Luca Palamara, presidente dell’Anm, che intervistato da SkyTg24, replica alle ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Palamara fa notare che «ogni inchiesta della magistratura viene strumentalizzata».
– Si attribuisce un colore ad ognuna di esse. Non vorrei che si dimenticasse – aggiunge – il ruolo fondamentale che ha la funzione giudiziaria ha in uno stato democratico. Ogni giorno – ricorda il presidente del sindacato delle toghe – noi processiamo rapinatori, pedofili, stupratori, ogni giorno nei tribunali civili si decide a chi affidare un bambino o a chi riconoscere o meno un diritto di proprietà. Ma non si può parlare di rispetto reciproco – replica ancora Palamara – qui si tratta di un aggressione di fronte alla quale quotidianamente siamo costretti: penso che questo non sia più un problema della magistratura ma un problema delle istituzioni e del Paese intero.

Palamara ricorda che purtroppo si tratta di un argomento con il quale si ha che fare da 18 anni in Italia.
– Dai tempi di Tangentopoli – prosegue -, ogni inchiesta viene strumentalizzata e la magistratura viene trascinata su un terreno di contrapposizioni politiche che non le appartiene, al di là delle colpe e degli errori commessi che possono essere valutati nel processo e da parte del Csm, ma non impedendo a un magistrato di fare il suo lavoro.

E secondo il vertice dell’Associazione magistrati, nei confronti delle toghe si susseguono «invettive e insulti, perché si vuole una magistratura docile che non disturbi il manovratore. Cosa c’è di più grave dell’accusa di essere un’associazione a delinquere?», ha fatto notare Palamara, sottolineando che «i dati mostrano che il sistema disciplinare della magistratura funziona, dal momento che il 10% dei magistrati in servizio è stato sottoposto a provvedimenti disciplinari, perciò non può passare il concetto che siamo una corporazione che si vuole assolvere».

Tuttavia, insiste Palamara, «il diritto di esprimere opinioni e di avere idee deve essere garantito a chiunque, quindi anche a un magistrato».
– Oggi – conclude – si mette in discussione che un magistrato possa sollevare una legge di fronte alla Corte Costituzionale. Non possiamo limitare o impedire il diritto di esprimere opinioni.