Fini: «Fli non sarà piccola An, ma il Pdl in grande»

ROMA – «Non sappiamo cosa c’è dietro l’angolo. Io spero che il governo arrivi a fine legislatura, ma dobbiamo tenerci pronti ad eventuali sorprese». Gianfranco Fini taglia le cime che ancora tengono i ‘futuristi’ ancorati al progetto politico del Pdl, dà una piegatura ancora più netta alla rotta tracciata a Mirabello e confermata un attimo dopo il voto di fiducia al governo.
– Far nascere un nuovo soggetto politico è ineludibile – afferma il presidente della Camera -. E non sarà una An in piccolo, ma un Pdl in grande.

I finiani si chiudono per tutto il pomeriggio nelle nobiliari stanze di Palazzo Serlupi Crescenzi, sede di FareFuturo. E dalle parole del leader capiscono subito che ha poco senso attardarsi in distinguo terminologici.
– Meglio parlare di movimento di opinione organizzato che di partito – abbozza un suggerimento il moderatissimo Silvano Moffa.

Fini concorda, ma è chiaro a tutti che di partito si parla, perchè le cose possono cambiare di momento in momento e dietro l’angolo possono esserci sorprese. Non solo il voto anticipato, verso il quale Fini si è convinto che la Lega possa trascinare il resto della maggioranza. Ma anche scenari diversi. Lo dice in chiaro il capogruppo Italo Bocchino.
– Se qualcuno vuole portare il paese al voto, si può discutere di cambiare la legge elettorale, perchè su questo non c’è un vincolo di coalizione – afferma -. E sulle regole si possono anche fare alleanze spurie con il centrosinistra.

Alla legge elettorale Fini accenna soltanto, in coda alla riunione convocata per dare vita al Comitato promotore del partito che affida a deputati, senatori ed eurodeputati di Fli il compito di «aprire le orecchie» per ascoltare il Paese e «organizzare dal basso un movimento politico di opinione che aggrega» (e non certo un partito tradizionale, dalla struttura pesante).
– La legge elettorale così come è a me non piace. Cominciamo a discuterne, a ragionare sulla posizione da prendere – dice agli otto finiani che restano più lungo a parlare con lui il Presidente della Camera (che intanto scrive al Presidente della Commissione Affari Costituzionali Donato Bruno perchè avvii l’esame della legge elettorale, come chiedono Udc e Pd).

Bocchino, Viespoli, Briguglio, Granata, Della Vedova, Menia, Moffa e Urso: sono i designati alla ‘segreteria’ di Fli (con un possibile ruolo di coordinatore per Urso), anche se non si trova nessuno disposto a confermare, visto che Fini non di organigrammi parla ma delle prossime tappe del cammino.
– Non avviare oggi il percorso che porterà al partito, dopo ciò che è successo, vorrebbe dire rimanere in mezzo al guado – sprona i ‘futuristi’ -. C’è effervescenza sul territorio e dobbiamo far nascere il nuovo soggetto politico.

La prima tappa dopo oggi è quella di Perugia, dove il 6 e 7 novembre è da tempo fissata la convention di Generazione Italia.
– Non può più essere un appuntamento solo di Generazione Italia – avverte Fini -. Da oggi si dovrà parlare solo di Futuro e Libertà e raccordare i diversi soggetti dell’arcipelago che ruota intorno a Fli.

A Perugia si presenterà il ‘’manifesto’’ programmatico. Poi partirà una campagna di adesione sul territorio e l’autofinanziamento, per arrivare a metà gennaio alla Assemblea Costituente di Milano, vero e proprio atto di nascita del partito.
– A me piace giocare in trasferta – scherza Fini lasciando intendere che non si farà schiacciare nel ruolo di ‘partito del Sud’ ma andrà a sfidare la Lega al Nord. Arriva poi il momento dell’autocritica.
– Non voglio più commettere gli errori che ho fatto con Alleanza nazionale – fa ammenda Fini -. Se partiamo con la logica dei colonnelli e dei soldati, rischiamo di replicare quegli errori. Il comitato promotore siete tutti voi. Però d’ora in poi parliamo di politica: non voglio più gelosie e personalismi, niente falchi e colombe. La barca è di tutti e tutti dobbiamo remare nella stessa direzione – prospetta Fini con eccessivo ottimismo, di fronte ai finiani che sono in tutta evidenza già divisi in due correnti.