Vertice a Roma, tra l’Italia e la Cina i rapporti sono sempre più stretti

Italia e Cina puntano ad arrivare a uno scambio economico di 100 miliardi di dollari, 72 miliardi di euro, entro il 2015. Lo ha riferito il premier cinese, Wen Jiabao, nella conferenza stampa con Silvio Berlusconi a Villa Madama. “Ci diamo un traguardo di 100 miliardi per puntare a 120”, gli ha fatto eco il presidente del Consiglio. La visita di Wen a Roma è stata l’occasione per la firma di 10 accordi commerciali per un valore di 2,25 miliardi di euro e sette accordi istituzionali in campo giudiziario, scientifico, culturale, ambientale ed economico-finanziario. In particolare è stato sottoscritto un trattato di estradizione. Wen ha assicurato che la nuova Cina offre “stabilità politica e sociale” e offre alle aziende italiane “un trattamento paritario”.

Il premier cinese ha anche sottolineato che Pechino vuole tutela i diritti intellettuali “sia dal punto di vista amministrativo che giuridico”.

In un’economia globalizzata “non possiamo fare pirateria intellettuale”, ha sottolineato. Nei primi otto mesi dell’anno l’export italiano verso la Cina è cresciuto del 30,2% e solo nel mese di agosto c’è stato un boom di +60,7%. Berlusconi ha affermato che l’Italia “apprezza moltissimo quanto la Cina sta facendo sul piano della politica internazionale: una gestione portata avanti con molta saggezza e che loro stessi chiamano ‘la politica dell’armonia”. Il presidente del Consiglio ha proposto di aprire in Italia una casa della cultura cinese come quelle già esistenti in Francia e in Germania. Sono state premiate 10 personalità che hanno contribuito al rafforzamento dei rapporti Italia-Cina, tra cui Cesare Romiti, Giuliano Urbani e Marco Muller. In precedenza c’era stato il colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Nel pomeriggio Wen e Berlusconi hanno partecipato all’inaugurazione dell’anno della cultura cinese in Italia, con un concerto della Filarmonica cinese al Teatro dell’Opera di Roma. “Successi economici e commerciali della Cina” e “la crescita diplomatica” del paese asiatico sono stati i punti principali del discorso pronunciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Berlusconi ha sottolineato “lo stato eccellente” dei rapporti con la Cina, “frutto di una strategia di partenariato, iniziata nel maggio 2004 in occasione della prima visita di un leader cinese”. Il Cavaliere ha perciò elencato ”i sette accordi istituzionali sulla giustizia, sulla cooperazione economica, sullo sviluppo tecnologico, sull’educazione e sulla cultura”.

Berlusconi ha riconosciuto che “la Cina è meno conosciuta in Italia, di quanto accada per l’Italia in Cina e questa è una lacuna da colmare” anche per “il ruolo crescente della Cina nelle relazioni economiche e civili che l’hanno portata a superare il Giappone economicamente ed essere la seconda potenza economica dopo gli Usa”.