Fango tossico, ora è allarme Danubio

La marea di fanghi tossici rossi fuoriusciti da un bacino di decantazione di residuati della lavorazione dell’alluminio che ha invaso una vasta zona dell’Ungheria ha raggiunto il Danubio, minacciando l’ecosistema del fiume. Lo rivela un responsabile del servizio ungherese di controllo delle acque.

Secondo il dirigente del Servizio acque, i prelievi effettuati alla confluenza del fiume Raab con il Danubio mostrano un tasso alcalino superiore al normale. Secondo la sua stima, la fanghiglia alcalina inquinante, fuoriuscita dall’impianto di Ajka, 160 chilometri a ovest di Budapest, è entrata nel grande fiume alle 06:30 locali (le 05:30 italiane) a Gyor. Il tasso di alcalinità alla confluenza nel Danubio, ha spiegato la fonte, è arrivata a circa il 9% (il tasso normale arriva all’8%).

Il disastro, senza precedenti in Ungheria, ha già causato quattro morti (fra cui una bambina di 14mesi) e tre dispersi, oltre 120 feriti. Intanto tutta la fauna del fiume Marcali, quello più colpito dal disastro ecologico provocato dal fango tossico, “è morta”: lo annunciato il portavoce della protezione civile, Tibor Dobson. In dichiarazioni rese ieri a Kolontar, il comune più colpito dal disastro ecologico, Dobson ha precisato che “l’ecosistema del fiume è stato condannato a morte a causa del valore troppo alto del ph del fango rosso”.

L’obbiettivo è ora “salvare il Danubio e il Raba” (Raab), ha aggiunto il portavoce della protezione civile ungherese. Il premier ungherese, Viktor Orban, si è recato sull’area del disastro ecologico per farsi un’idea dell’entità della sciagura e informarsi sull’andamento dei lavori di bonifica. Gli abitanti dei comuni limitrofi sono infuriati perché dicono che è impossibile rimuovere il fango contaminato che ha inondato le loro case e dato che una volta secco è cancerogeno essi non possono rimettere piede nelle loro abitazioni.

Gli abitanti ritengono insufficiente l’indennizzo di 100.000 fiorini (400 euro) offerto dalla società che gestisce l’impianto, la Mal S.A., e intendono fare una denuncia collettiva all’azienda, responsabile del disastro. I due comuni hanno circa 3.000 abitanti e in essi 300 case sono state inondate e sono inagibili. Secondo Orban, la parte più colpita di Kolontar, oltre il fiume Marcali, dovrà essere abbandonata per sempre, e recintata a mo’ di monito, e che dovrebbe essere fondato un nuovo insediamento sul lato opposto del comune.