L’Italvolley ora ci crede “Il Brasile? Lo battiamo”

L’obiettivo minimo prefissato alla vigilia del Mondiale casalingo è stato raggiunto. Adesso l’Italvolley sogna l’impresa. In semifinale, domani sera al PalaLottomatica di Roma, gli Azzurri di Andrea Anastasi affronteranno infatti il Brasile di Bernardinho, squadra campione uscente che, dalla World League del 2001, ha praticamente monopolizzato il gradino più alto del podio in ogni competizione internazionale (unica eccezione il ko in finale ai Giochi di Pechino per mano degli Stati Uniti).

“E allora questa può essere l’occasione giusta per batterli visto che ultimamente abbiamo sempre perso con loro” ha spiegato Luigi Mastrangelo, tra i veterani del gruppo con le sue 35 primavere. Il centrale di Cuneo, vero trascinatore nel match vinto con la Francia, ha poi un sassolino nella scarpa dal 2004 che sabato vorrebbe tanto togliersi: “La sconfitta che mi brucia di più in carriera? Non ci sono dubbi, quella col Brasile in finale ai Giochi Olimpici di Atene”. “Adesso però è un’altra squadra rispetto ad allora – ha sottolineato -: prima era una macchina da punti che non perdonava nulla, adesso è battibile. L’obiettivo minimo per noi erano le semifinali, adesso ci aspetta la partita della vita, davanti infatti c’è la possibilità di andare a giocare una finale mondiale in casa. Un traguardo troppo importante, ma oltre al cuore servirà anche intelligenza e cattiveria”.

Pronto a scommettere sulle chance azzurre di arrivare in finale è anche Simone Parodi, altro protagonista del successo sulla Francia: “Siamo carichi e consapevoli delle nostre possibilità. Con gli Stati Uniti non abbiamo fatto benissimo, mentre contro la Francia abbiamo conquistato una bella vittoria e giocato una gran partita. Speriamo di ripeterci col Brasile, la concentrazione dovrà restare alta per tutta la durata dell’incontro”. “Dovremo essere perfetti per batterli? Spero basti giocar bene per poter dire la nostra – ha ammesso il martello di Cuneo -. Loro non sono più la squadra di qualche anno fa, della vecchia guardia sono rimasti solo Giba e Dante. Come palleggiatore poi Bruno (figlio del tecnico Bernardinho, ndr) non è certo ai livelli di Ricardo”. Chi invece può contare su un palleggiatore in grande forma è proprio l’Italia grazie a Valerio Vermiglio, capitano di una squadra pronta a scendere in campo senza paura: “Averla in un momento simile sarebbe da stupidi, abbiamo da perdere meno degli altri. Dovremo dare il massimo per continuare questo sogno anche se partiamo sfavoriti”. Vermiglio, ‘architetto’ fin qui delle fortune azzurre, è infatti consapevole che i favori del pronostico sono tutti per i campioni verdeoro: “Ma se non la vogliono la finale, ce la prendiamo noi. A parte gli scherzi, per fermare il Brasile serviranno nervi saldi e pochi errori. Loro sono molto forti e spettacolari, ma pur sempre umani. Magari sono felici di trovare noi e pensano anche di batterci perché ci credono inferiori, ma in campo sarà una battaglia e alla fine vedremo chi sarà a spuntarla”. Certo, se Cristian Savani continuerà a ‘picchiare’ come fatto nelle precedenti fasi, per la difesa del Brasile ci sarà da soffrire, e parecchio.

“Giocare queste partite è il sogno di tutti, sono sfide nelle quali serve anche un pizzico di fortuna – le parole del martello di Macerata che per la rassegna iridata ha posticipato anche il viaggio di nozze -. Il Brasile è tostissimo ma non invincibile, e noi ce la metteremo tutta per continuare a sognare”. “Servirà massima concentrazione e poi dovremo essere bravi ad evitare quei passaggi a vuoto che abbiamo avuto nelle precedenti partite. Per noi – ha concluso Savani – questa è la partita della vita”.

IL PRESIDENTE

Magri: “E’ l’ora della definitiva consacrazione”

“L’Italia è sempre stata vicina al tetto del mondo, e questo campionato ne sarà la consacrazione definitiva”. È il parere del presidente della Federazione Italiana Pallavolo (Fipav), Carlo Magri, a poche ore dalla semifinale che l’Italvolley di Andrea Anastasi dovrà giocare col Brasile nella rassegna iridata che si concluderà domenica a Roma con l’assegnazione delle medaglie. Il numero uno della Fipav, dopo che gli azzurri hanno ritrovato un posto tra le prime quattro squadre del mondo a distanza di 12 anni dall’oro vinto a Tokyo, è convinto che “il livello della squadra è sempre stato nella parte alta del movimento internazionale”.