Vargas Llosa, fra demoni, scrittura e impegno politico-civile

ROMA – Primo peruviano a vincere il Nobel per la Letteratura, Mario Vargas Llosa ha sempre creduto nella letteratura come impegno civile e visto nei demoni della scrittura una forza capace di trasformare la visione della realtà. Protagonista della rinascita della letteratura sudamericana con il colombiano Gabriel García Marquez, vincitore del premio Nobel nel 1982, insieme al quale è stato protagonista di una celebre polemica su Fidel Castro, Mario Vargas Llosa, 74 anni, ha ottenuto subito un grande successo nel 1963 con ‘La città e i cani’, considerato il suo miglior romanzo. Il libro – pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1967 e ambientato nell’accademia militare di Lima, frequentata dallo scrittore, di cui ha immortalato la ferrea disciplina – venne però bruciato in Perù perchè considerato dissacrante.


L’esordio come scrittore – che nel 1993 ha preso la nazionalità spagnola ma vive da anni a Londra – è però alla fine degli anni Cinquanta con il libro di racconti ‘I capi’ (1959). A maggio 2011 uscirà invece in Italia per Einaudi il suo nuovo romanzo ‘Il sogno del Celta’, ispirato alla figura del diplomatico britannico e indipendentista irlandese Roger Casement, grande amico di Joseph Conrad, primo a denunciare gli orrori del colonialismo belga in Congo di cui fu console all’inizio del XX secolo, all’epoca del boom del caucciù.


Einaudi ha in corso di pubblicazione l’intera opera narrativa dell’autore di capolavori come ‘La zia Julia e lo scribacchino’, ‘La casa verde’, ‘La guerra della fine del mondo’, Il paradiso è altrove’. Fra i suo ultimi libri, il romanzo ‘Avventure della ragazza cattiva’ (2006) e il testo teatrale ‘Appuntamento a Londra’ presentato nel 2009 al Festival dei Due Mondi di Spoleto in cui si ritrovano i temi portanti dello scrittore peruviano come il ricordo, materia prima della scrittura, che riaffiora dall’incontro fra due amici che non si vedevano da tempo.


Giornalista, oltre che scrittore impegnato, vincitore di numerosi premi letterari fra cui il Planeta, il Cervantes, il Principe de Asturias e in Italia il Grinzane Cavour nel 2004 e il Viareggio Versilia nel 2010, alla fine degli anni Ottanta, Mario Vargas Llosa è entrato in politica e nel 1990 si è candidato alle elezioni presidenziali in Perù, ma è stato sconfitto da Alberto Fujimori. Anche in politica ha sempre avuto una posizione fuori dagli schemi.


”In questa società ci sono certe regole, certi pregiudizi e tutto quello che non vi si adatta sembra anormale, un delitto o una malattia” dice uno dei suoi aforismi. E’ stato vicino a Fidel Castro negli anni ’50 per poi prendere le distanze dal leader cubano con dure critiche. Le opinioni su Castro furono anche motivo di grande polemica con García Marquez sul quale Llosa nel 1971 aveva scritto una tesi di dottorato ma dal quale lo ha sempre distanziato la posizione dichiaratamente di sinistra dell’autore di ‘Cent’anni di solitudine’.


Del premier Silvio Berlusconi ha parlato come di un ”caudillo democratico” e ha criticato il caudillismo dei più noti leader della sinistra sudamericana come Chavez o Morales. Originario di Arequipa, in Perù, dove è nato nel 1936, ha trascorso i primi dieci anni a Cochabamba, in Bolivia, e ha sempre vissuto tra l’America Latina e l’Europa: a Parigi – dove ha frequentato Sartre di cui è diventato amico e su cui è tornato nel saggio ‘Tra Sartre e Camus’ – pubblicato recentemente da Scheiwiller, a Barcellona, Madrid, Londra, e anche in Italia. La sua prima e vera vocazione resta la letteratura: ”Non importa quanto sia effimero, un romanzo è qualcosa, mentre la disperazione non è nulla” come ha piu’ volte ripetuto.

GLI EDITORI

Un premio atteso, tanti applausi

FRANCOFORTE – L’editore spagnolo di Mario Vargas Llosa aspettava questo Premio Nobel ‘’da molti anni’’, quello tedesco si dice ‘’felice’’ per un ‘’grande narratore del suo tempo’’, la Einaudi, che pubblica in Italia i romanzi dello scrittore peruviano da 40 anni, sottolinea la scelta ‘’indiscutibile’’ dell’Accademia svedese. Tutti presenti con i loro stand alla 62.a edizione del Salone internazionale del libro di Francoforte, i direttori editoriali di queste case editrici non hanno nascosto il loro entusiasmo per la scelta di Vargas Llosa, che il critico letterario tedesco Marcel Reich-Ranicki ha definito ‘’un’ottima decisione’’.


A cominciare da Ernesto Franco, direttore editoriale della Einaudi.
– C’e’ una grande felicità , che è anche personale – ha spiegato il manager, il quale ha previsto una prima tiratura di 80mila copie per il prossimo libro dell’autore – il ‘Sogno del Celta’ (il titolo della traduzione italiana del romanzo non è stato ancora deciso) – che in Italia uscirà a maggio-giugno 2011 (il mese prossimo in lingua spagnola).
– Vorrei sottolineare la straordinaria generosità intellettuale di Vargas Llosa, la sua grande ampiezza di conoscenze che ha di letture, la sua passione di lettore, oltre che la sua straordinaria levatura di scrittore – ha commentato Franco -. Generosità intellettuale vuol dire curiosità di quello che fanno e che sono tutti gli altri. E questa è una cosa veramente rara nel mondo degli scrittori.


Vargas Losa ‘’era nella lista del Nobel da molti anni, si parlava sempre di lui – ha aggiunto il manager -. Anche di recente c’è stato qualche Nobel per la letteratura molto discutibile e anche molto discusso. Questo è un premio per la letteratura indiscutibile, se lo merita veramente, non per la carriera, se lo merita per i singoli libri che ha scritto.


Sulla stessa lunghezza d’onda Pilar Reyes, direttrice editoriale della Alfaguara (gruppo Santillana), la casa editrice che pubblica i titoli di Mario Vargas Llosa in lingua spagnola.
– Questo premio ce lo aspettavamo da molti anni, siamo felicissimi – ha detto -. E’ un autore che ha un universo proprio immenso, che ha trattato la realtà latino-americana libro dopo libro e molti suoi romanzi sono diventati parte integrante del patrimonio della letteratura mondiale in lingua spagnola – ha aggiunto, spiegando che Alfaguara pubblica i libri di Vargas Llosa in 24 paesi, inclusi gli Stati Uniti, e che la tiratura del prossimo romanzo sarà superiore alle 300mila copie previste originariamente.


Da parte sua, Ulla Unseld-Berkewicz, direttrice editoriale della casa editrice tedesca di Vargas Llosa, la Suhrkamp, ha definito l’autore ‘’un grande narratore del suo tempo’’, che ha ‘’coniato la frase ‘leteratura es fuego’ (la letteratura è fuoco), e così sono anche le sue opere’’.
– E’ anche un autore politico, s’impegna per una memoria politica e storica e per un mondo migliore – ha precisato.

I suoi libri

ROMA – Autore di una trentina di romanzi, alcuni diventati film come ‘La zia Julia e lo scribacchino’ e ‘Pantaleon e le visitatrici’, ai quali si aggiungono saggi e testi per il teatro e il cinema, Mario Vargas Llosa ha esordito nella letteratura nel 1959 con la raccolta di racconti ‘I capi’. Fra i suoi titoli piu’ noti: ‘La città e i cani’ (1963), ‘La casa verde’ (1966), ‘Conversazione nella cattedrale’ (1969), ‘Pantaleon e le visitatrici’ (1973), ‘La zia Julia e lo scribacchino’ (1977), ‘La guerra della fine del mondo’ (1981), ‘Il narratore ambulante’ (1987), ‘Elogio della matrigna’ (1988), ‘Il caporale Lituma sulle Ande’ (1993), ‘I quaderni di Don Rigoberto’ (1997), ‘La festa del caprone’ (2000), ‘Il paradiso è altrove’ (2003), ‘Avventure della ragazza cattiva’ (2006), ‘Appuntamento a Londra’ (2009).


Nel maggio 2011 uscirà in Italia per Einaudi ‘Il sogno del Celta’ ispirato alla vita di dell’irlandese Roger Casement (1864-1916), diplomatico al servizio della Corona inglese, grande amico di Conrad, ma anche cospiratore della rivoluzione irlandese e, soprattutto, primo a denunciare gli orrori del colonialismo belga in Congo, di cui fu console all’inizio del XX secolo, all’epoca del boom del caucciù. Einaudi sta ripubblicando l’intera opera narrativa.