Bersani: «Il voto? Probabile a primavera»

MILANO – Nell’interesse degli Stati Uniti sarebbe meglio che il ruolo di ‘Papa straniero’ non venisse affidato a Obama: Pierluigi Bersani sdrammatizza – con questa battuta – le voci incontrollate riguardo al futuro leader del Partito Democratico, il ‘papa straniero’. E ipotizza il voto a primavera con una ‘’buona probabilità’’ perchè il ‘’deterioramento dell’assetto politico di questa maggioranza è evidente’’.

Il segretario del Pd è galvanizzato alle giornate lombarde di assemblea del partito e ieri – ospite della trasmissione ‘Che Tempo che fa’ – ha un piglio combattivo. Intanto rilancia con forza le primarie, ‘’una cosa bellissima’’, poi, citando l’Edipo Re di Pasolini, lancia un ‘’allarme democratico’’, esortando a non sottovalutare Berlusconi (‘’un osso duro’’):
– La vita finisce là dove comincia. Berlusconi – spiega – ha portato un grave discredito sulla politica, ampliando il divario con la società. E cerca di lesionare i pilastri fondativi della costituzione italiana.

Bersani rievoca il 1994, l’anno della discesa in campo per descrivere un clima, un’atmosfera grave. Ancora una volta nel mirino è la legge elettorale che ha svuotato il Parlamento del proprio ruolo, riducendolo a un ‘tappetino’. Non solo: il leader del Partito democratico ricorda a Berlusconi come le regole vengano prima di tutto, anche del consenso.
– C’ è un rischio – denuncia – di deriva populista e plebiscitaria che allontana l’Italia dalle democrazie occidentali. Ma chi – chiede Bersani – in un Paese democratico oserebbe dire ‘Ghe pensi mi’?.

Il segretario vuole parlare di fatti, di progetti, di problemi dell’Italia, di asili, scuole, anziani per ‘’bucare il muro di gomma tra la società e la politica’’.
– Quando piove – dice – piove per tutti.
E quindi anche per il suo partito, verso il quale non risparmia critiche senza però cadere nell’ autolesionismo.

La sfida è per il futuro e la strada è quella tracciata a Busto Arstizio: governo di transizione, riforma della legge elettorale, elezioni.
– Credo che ci sia una buona probabilità che si vada a votare a primavera – sostiene.
Un voto con la faccia del Nuovo Ulivo per tenere strette le forze del centrosinistra in un patto vincolante e con una proposta di alleanza di governo rivolta al cosiddetto Terzo Polo. Infine, uscendo dagli studi televisivi, non rinuncia a dire la sua sull’ Afghanistan:
– I talebani non possono vincere questa partita, ma l’Italia chiarisca il proprio ruolo.