La Russa: «Bombe sugli aerei? decidano le Camere». E’ subito bufera

ROMA – L’Italia è l’unico Paese che in Afghanistan non ha armato i propri bombardieri ‘’per mia volonta’’’, tutti gli altri lo hanno fatto. Lo rivendica il ministro della Difesa Ignazio la Russa, che ieri, il giorno dopo l’attacco in Afghanistan in cui sono rimasti uccisi quattro alpini italiani chiedendo, chiede che sulla questione si pronunci il parlamento, accendendo la polemica tra i partiti.

L’Idv denuncia un governo di ‘’guerrafondai’’ e il Pd, con Piero Fassino, apre al confronto sul delicato tema della sicurezza dei militari, purchè lo si faccia ‘’seriamente’’. Intanto il premier, forse per spegnere le polemiche sulla sua assenza, torna anticipatamente dalla missione in Russia per essere presente, insieme al capo dello Stato, al rientro delle salme questa mattina. Ma la tensione resta alta sulle parole del responsabile della Difesa.

Per mia decisione – dice La Russa – si è stabilito che i caccia venissero utilizzati soltanto con il cannoncino di bordo, quindi l’Italia ha gli aerei senza le bombe. Ho ritenuto che potessimo farne a meno perchè vi è comunque rischio di mettere a repentaglio vite civili: per questo ho pensato finora di dire no. Ma ora – prosegue – visto il dolore enorme che provoca ogni morte, non me la sento più di assumere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere.

Il ministro spiega che accetterebbe qualsiasi decisione, compreso l’impiego delle bombe, se mi convincessero che questo aiuti i ‘’nostri ragazzi’’ sul territorio. Il Pd, con Piero Fassino, sceglie un atteggiamento costruttivo: si dice disponibile ad una discussione seria in Parlamento sul possibile rafforzamento della sicurezza per i militari italiani in Afghanistan.
– Il problema è delicato – dice il responsabile esteri dei democratici – e va affrontato con responsabilita, ma soprattutto discusso con i militari gli unici a poter dire cosa serva per per difendere i soldati. Penso che il Parlamento – aggiunge Fassino – debba discutere escludendo provvedimenti propagandistici che non servono per la sicurezza vera dei nostri militari.

Concorda sulla sede della discussione il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, che poi aggiunge:
– I talebani non possano vincere questa partita, nè l’Italia possa venir meno ai patti. Ad ogni modo – conclude Bersani -, mi piacerebbe che l’Italia facesse sentire la sua voce per fare chiarezza su ciò sta succedendo.

I capigruppo del Pdl fanno quadrato intorno al responsabile della Difesa. Fabrizio Cicchitto si dice favorevole a all’ipotesi di ‘’bombe sui caccia’’ e sottolinea la necessità che ‘’le truppe rimangano in Afghanistan’’, altrimenti si darebbe un ‘’assist ai terroristi’’. Gli fa eco Maurizio Gasparri che ritiene giusto che sia il Parlamento ad esprimersi sulla sicurezza dei nostri soldati. Sull’altro fronte, è durissima la risposta di Italia dei Valori, Federazione della sinistra e Verdi.
– Le dichiarazioni del ministro ‘della Guerra’ La Russa e di quello ‘delle Colonie’ Frattini sono anacronistiche e irresponsabili – attacca Felice Belisario, presidente dei senatori ‘dipietristi’, sostenendo che il governo sottovaluta il rischio ‘’di rappresaglie’’ contro i soldati italiani.

Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc propone a La Russa un provocatorio scambio:
– Dato che chiama sciacalli quanti propongono il ritiro dall’Afghanistan, vada in Afghanistan e a noi rimandi indietro tutti quanti i nostri militari vivi e vegeti.
Infine, Paolo Bonelli dei Verdi, auspica che in Aula si discuta solo del ‘’ritiro delle truppe’’.

AFGHANISTAN


Gen. Tricarico: «Bombe sì, ma solo per uso limitato»

ROMA – ‘’Sì alle bombe sugli aerei italiani Amx, ma tenendo in massima considerazione la salvaguardia della vita umana quando si pianificano le missioni. E’ per questo che in un contesto ambientale come quello dell’Afghanistan non sarà comunque possibile impiegare i cacciabombardieri su larga scala’’. E’ l’opinione del generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, secondo cui sarebbe più utile dotare di missili i velivoli senza pilota Predator e aumentare il numero degli elicotteri.

Il ministro della Difesa La Russa vuole sottoporre al Parlamento l’ipotesi di armare i caccia e il generale Tricarico – uno che di queste cose se ne intende, anche per aver coordinato dal quartier generale alleato di Vicenza i 78 giorni di operazioni aeree sui Balcani – ritiene che ‘’l’impiego delle bombe sia giusto’’.

– Intanto – spiega – va sfatata la credenza che la bomba sia un mezzo meno preciso del cannoncino di bordo, che oggi si può usare: al contrario, è più precisa. Però un aspetto deve essere molto chiaro: le bombe si possono impiegare solo quando, in fase di pianificazione degli obiettivi, il rischio di danni collaterali risulta zero o quasi zero, ad esempio mai in aree densamente abitate. Questo mi fa dire – aggiunge – che in un contesto come quello afgano un uso dei cacciabombardieri su larga scala non è pensabile.

Ad avviso di Tricarico, che è stato anche consigliere militare di tre diversi presidenti del Consiglio, ‘’la cosa incredibile e assurda è, piuttosto, non aver ancora fornito di armamento di precisione i nostri Uav, cioè gli aerei senza pilota’’.
– Se il Predator italiano che qualche tempo fa ha ‘visto’ dei terroristi sistemare una bomba sul ciglio di una strada fosse stato dotato di missili – sostiene -, forse non sarebbe stato necessario il successivo intervento di terra da parte delle forze speciali e il capitano Alessandro Romani sarebbe ancora tra noi. Considerato che il 30-40% degli ordigni sono oggi individuati dagli Uav, credo che dotarli di sistemi d’arma è una cosa su cui non si possa ulteriormente indugiare.

La Russa ha anche annunciato l’invio di più elicotteri.
– Finalmente – commenta Tricarico, che continua ad occuparsi di questi argomenti come socio della fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analys) -. Non c’è dubbio che mettere a disposizione più risorse per aumentare le ore di volo e incrementare il numero degli elicotteri consentirà di ridurre i rischi dei trasporti terrestri. Resta il paradosso – aggiunge – che l’Aeronautica militare, che in via concettuale è la più professionale nell’uso dell’elicottero, schiera solo dei piccoli AB212: un velivolo che, per tutta una serie di motivi, in Afghanistan ha performance bassissime e riesce a portare solo tre persone. Manca ad esempio un mezzo come l’EH-101, di recente acquisizione, che sarebbe utilissimo. E invece non c’è.