Mondiali, terzo posto alla Serbia Italia sconfitta 3-1: è quarta

ROMA – Fuori dal podio e anche con rabbia. L’Italia lascia il bronzo a una Serbia che resetta dalla mente la semifinale persa da Cuba con tanti rimpianti. La rabbia è quella di Alessandro Fei, che lascia il campo mentre i compagni al centro del campo applaudono il pubblico che li ha sostenuti in questi giorni. Fox, come annunciato, lascia la Nazionale, ma la sua ultima prestazione non è degna della sua carriera azzurra, cominciata in Giappone nel ’98 con un titolo Mondiale. Rispetto per l’uomo, che prende subito in braccio la sua piccola per consolarsi, ma i numeri sono implacabili. E il suo 33 per cento in attacco su 36 palloni giocati, i 6 errori al servizio senza un ace, e lo zero alla voce muri spiega molto della sconfitta dell’Italia.

Comprensibili anche i fischi del pubblico che a lungo ha invocato Lasko in campo. Anastasi forse lo ha schierato tardivamente, ma c’è anche da tener conto che sostituirlo significava mentalmente perdere l’opposto e senza di lui l’Italia di ieri poca strada poteva fare.

Fuori dai denti, gli azzurri come livello sono arrivati dove potevano, forse in certi momenti ci si poteva attendere una maggiore cattiveria agonistica, quel di più che – unito alla spinta del pubblico – avrebbe potuto concederci qualcosa in più. Non tanto sabato col Brasile, ma ieri con una Serbia non del tutto invulnerabile. Se da anni, dopo i successi dei Novanta, il movimento si è cullato senza curare la crescita e la maturazione di nuovi talenti, poi non puoi sperare nei miracoli in un Mondiale che vede meritate finaliste Brasile e Cuba, piene di giovani non solo promettenti, ma già maturi a questi livelli.

Volendo cercare di guardare avanti in positivo, si può dire che la personalità mostrata nel finale dai nostri tre “stranieri” tutti figli d’arte – il palleggiatore Travica, l’opposto non più giovanisismo Lasko e lo schiacciatore Zaitsev – possono essere un punto di ripartenza. Unitamente con la mentalità del libero Davide Marra che non ha mai mollato nei momenti difficili. Ma occorre che federazione e lega facciano un bagno di umiltà per cominciare a progettare qualcosa di serio, altrimenti i piccoli progressi di questa stagione rimarranno fini a se stessi.

E sul futuro della guida non c’è certezza, perché il presidente federale Carlo Magri e il c.t. Andrea Anastasi non ne hanno ancora parlato e il contratto è scaduto. Dice Anastasi a caldo: “I miei sentimenti in questo momento sono contrastanti. Per la felicità di aver portato la squadra in semifinale, con dei progressi notevoli rispetto all’ultima stagione, ma al tempo stesso sono deluso per quello che non abbiamo fatto in queste ultime due partite. Devo rifletterci. E poi bisogna chiedere alla Federazione. Io ho un rapporto di oltre 20 anni con Carlo Magri. Lo rispetto tanto e dunque se ne parlerà al momento opportuno e vedremo se potremo continuare insieme il cammino”.

Sulla partita il tecnico risponde anche alle critiche: “La gente invocava Lasko, ma non mi pare abbia cambiato la partita. Fei ha dato quello che poteva, so che avrebbe voluto di più visto che ha detto che lascerà la Nazionale, dunque questa era la sua ultima partita”. Poi la risposta che spiega meglio l’Italia: “Il carattere dei ragazzi? Mi conoscete, sapete che tipo di giocatore ero. Ma certe valutazioni sui ragazzi le tengo per me, fanno parte del mio bagaglio di allenatore. Ma il carattere non è una cosa che puoi allenare: o ce l’hai o non ce l’hai”.