Operato con successo, ora settimana di riposo

MILANO – L’intervento al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è andato bene, anzi ‘’benissimo’’ anche se ora gli occorrerà una settimana di riposo e di riabilitazione per riprendere la funzionalità della mano sinistra. Resta da vedere se il premier davvero ubbidirà ai medici che gli hanno chiesto di evitare incontri pubblici per almeno sette giorni e di limitare le visite. Più di uno dei suoi amici è scettico su questo. Di certo c’è che dopo il ricovero lampo all’istituto clinico Humanitas di Rozzano, Berlusconi è apparso subito in forma e, uscendo in auto, ha salutato giornalisti e telecamere quasi voler dimostrare che sta bene.


In ospedale – che si trova non lontano da Milano 3 – il presidente del Consiglio è arrivato insieme al sottosegretario alla Presidenza e suo portavoce, Paolo Bonaiuti. Prima del ricovero ha infatti voluto essere presente a Ciampino all’arrivo delle salme dei quattro alpini uccisi in Afghanistan.

L’intervento era necessario da tempo per l’infiammazione ai tendini che provocava dolore al pollice e al mignolo della mano, ma i molteplici impegni di lavoro, come è stato spiegato, non gli hanno permesso di programmare, fino ad ieri, ricovero e convalescenza
– Eravamo veramente al limite – ha detto Alberto Zangrillo, il medico personale del premier che è direttore dell’unità Anestesia e Rianimazione Cardio-toracico-Vascolare al San Raffaele -. Era convinto da tempo della necessità dell’intervento, ma non c’erano le condizioni ambientali per essere più solleciti. Quando però realizza che è fondamentale, si lascia guidare, dà soddisfazione ai suoi medici.


Adesso ‘’penso che dovrà riposare fino a domenica – ha aggiunto – un po’ per la riabilitazione, un po’ perchè non ha fatto un giorno di vacanza.
Questa volta il ricovero non è avvenuto nell’ospedale di don Verzè, dove Berlusconi è stato in passato diverse volte, anche dopo l’aggressione dello scorso dicembre in Piazza Duomo. Ad operare il presidente del Consiglio è stata l’equipe del dottor Alberto Lazzerini, che al San Raffaele è stato fino al 1999 quando è passato all’Humanitas dove dirige l’unità di Chirurgia della mano.


Insieme a Zangrillo, Lazzerini ha spiegato ai giornalisti che Berlusconi soffriva di ‘’sindrome del tunnel carpale’’ e che l’intervento-lampo in anestesia locale, durato circa 15 minuti, è servito per liberare il nervo e due tendini che erano compressi ‘’in modo da far scorrere meglio i tendini ed evitare la degenerazione del nervo’’.


All’Humanitas ogni anno vengono fatte circa un migliaio di queste operazioni anche se, ovviamente, gli altri pazienti, attirano meno attenzione: all’esterno dell’ospedale si sono infatti assiepati fotografi, telecamere e giornalisti e anche diversi curiosi che speravano di poter salutare Berlusconi. Il premier è però apparso solo per pochi istanti quando, già in macchina, ha preso la direzione di Arcore salutando la piccola folla di cronisti e curiosi. Ora lo aspettano giorni di riposo e ‘’un programma di riabilitazione – ha sottolineato Lazzerini – abbastanza intenso con un terapista per ripristinare la funzionalità della mano’’.