Fini: “Voteremo le leggi del Pdl se non danneggeranno i cittadini”

Tensione ancora alta tra Pdl e finiani sul tema della giustizia, mentre il confronto all’interno del partito del premier si fa aspro. Sullo sfondo le nuove rivelazioni sul ‘caso Verdini’ e sul coinvolgimento del coordinatore del Popolo della Liberta’ nell’inchiesta sul G8.

A intervenire sulla questione della giustizia è lo stesso presidente della Camera, in un colloquio con gli inviati della stampa estera: “Sulla giustizia il governo può cadere davvero”, avverte il presidente della Camera, secondo cui tuttavia, “gli italiani hanno bisogno di molte cose tranne che di elezioni anticipate”. “E’ inutile fare delle previsioni di tipo astrologico – dice Fini – ma se quando io parlo di legalità loro ignorano ciò che dico, già sanno a cosa vanno incontro”.

Poi un ulteriore messaggio a Berlusconi: “Lui dice di voler governare fino al 2013, ma se intende farlo a base di imposizioni non ci riuscirà”. Fli insomma, ripete l’inquilino di Montecitorio, è disponibile a votare “una legge realmente ‘ad personam’ che sospenda, come succede in altri paesi, i processi al premier e ad altre cariche dello Stato fino alla fine del mandato, sempre che non sia retroattiva e che non pregiudichi altri cittadini”. Nel Pdl intanto prosegue il dibattito interno seguito alle parole di Berlusconi di domenica scorsa. Paolo Bonaiuti assicura che “non c’è stata nessuna strigliata di Berlusconi al partito e ai coordinatori” e che il premier “ha detto semplicemente che il Pdl ha sofferto il fatto che un gruppo di suoi componenti lo abbia lasciato. Punto”.

Ma i protagonisti della vicenda si fanno sentire: Sandro Bondi, chiarisce che non si metterà di traverso nel caso in cui si decida un ringiovanimento della classe dirigente. “Se il problema fosse quello di sostituire i tre coordinatori – aggiunge Bondi – sarebbe di facilissima soluzione. La mia educazione alla politica mi ha insegnato che, alla fine, si vale non solo per il ruolo che si occupa formalmente nell’organigramma di un partito, ma soprattutto per le proprie idee, per il modo di esprimerle e di farle vivere in un confronto democratico”.