La Russa: “Dagli italiani mai alcun danno ai civili”

“Posso affermare con orgoglio che in nessun caso un soldato italiano è andato oltre il legittimo uso di armi in Afghanistan e mai ha causato danni a civili”. Lo ha affermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa in un passaggio della sua informativa di ieri mattina al Senato sull’attentato di sabato scorso in Afghanistan. “L’uso delle armi da parte dei nostri militari – ha precisato La Russa – è stato sempre attuato in risposta a un attacco o a un tentativo di attacco contro la Coalizione. Questo è un dato storico che caratterizza in positivo l’attitudine del militare italiano in rapporto alle proprie missioni.

A questo punto si impone, tuttavia, una riflessione che tenga conto dell’evoluzione della situazione in teatro, della modifica delle tattiche avversarie, dei mezzi e delle armi che vengono impiegati, del terreno e del generale aumento della pericolosità”. “Io stesso – ha aggiunto il ministro della Difesa – ho preso la decisione di non armare di bombe i nostri velivoli per evitare possibili danni collaterali alla popolazione civile. D’altra parte la stessa strategia dell’Alleanza è evoluta imponendo limiti stringenti all’uso del fuoco aereo. Il tema è valutare se l’uso di bombe di aereo possa rappresentare uno strumento aggiuntivo di sicura utilità per contrastare alcuni tipi di minaccia alle nostre forze. Comunque, stiamo parlando di un vantaggio marginale che non ne ha sinora determinato la scelta e che ne giustifica il dibattito. Nessuno, e men che meno il governo, ha l’intenzione di trasformare la missione di pace in missione di guerra”.

“Ritengo ora necessaria una riflessione sull’argomento – ribadisce La Russa – che possa conseguire un’ampia condivisione in Parlamento. Condivisione che mi sembra più importante dello stesso oggetto del dibattito sulle bombe, proprio perché si tratta di una missione di pace e sicurezza che deve raccogliere il massimo consenso e garantire, in tal modo, un forte segnale di sostegno del Paese ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze con le stellette impegnati sul campo”. Rispetto alla durata della missione in Afghanistan, invece, La Russa sottolinea come tutti “naturalmente coltiviamo l’idea di rientrare il prima possibile. Non prima, però, di aver assolto la nostra missione, di avere compiuto fino in fondo il nostro compito”, perché “dobbiamo sostenere le istituzioni locali nel loro difficile cammino verso la piena assunzione delle proprie responsabilità nella conduzione del paese. Nell’ambito del contingente, abbiamo un’area di responsabilità. Lì dobbiamo garantire un passaggio progressivo delle funzioni di sicurezza da noi alle forze afgane”.

“In sostanza – afferma il ministro – dovremmo essere in grado di consegnare alle autorità afgane il controllo di gran parte del territorio della Regione Ovest entro la fine del 2011, che rappresenta l’anno della transizione”, mentre “il governo Karzai è deciso ad assumersi la piena responsabilità della sicurezza, in un’ottica di graduale e crescente capacità di governo, con la prospettiva di una presenza delle forze internazionali fino a tutto il 2014”. “Oggi abbiamo 550 istruttori in Afghanistan – sostiene La Russa – e la loro opera è ampiamente apprezzata dagli alleati che ci hanno ripetutamente chiesto di aumentarne in numero, che contiamo di accrescere di circa ulteriori 200 unità. Si tratta di un obiettivo ambizioso che intendiamo perseguire con determinazione, anche se i progressi dovranno essere accuratamente verificati sul campo insieme agli alleati, avendo come riferimento principale la sicurezza dei nostri militari”.