Una perla di Cassano manda i viola all’ultimo posto

GENOVA – Bastano due minuti, 120 secondi, per ribaltare non solo un risultato ma il senso stesso della partita che ha visto la Sampdoria di Di Carlo battere la Fiorentina di Mihajlovic. Decide Cassano, con una perla di gol che condanna i viola all’ultimo posto e fa traballare la posizione del tecnico serbo scelto da Della Valle per accollarsi l’eredità di Prandelli.

Blucerchiati a due facce, considerato che la seconda è quella della grinta e della determinazione oltre che l’aspetto di un modulo più aggressivo che rende efficace la squadra in avanti senza lasciare quei buchi al centrocampo che sono uno dei veri problemi della tattica di Di Carlo.

Vero è che la Fiorentina da sola fa il primo tempo e gela i blucerchiati già al 6’ con un gran gol di Marchionni. Che il centrocampista viola, inizialmente irrefrenabile, sarebbe stata la spina nel fianco della difesa genovese s’era capito gia al 2’ pt quando, solo in area blucerchiata, riceve e tira una gran legnata in direzione della porta doriana.

Gastaldello s’immola e evita quel che poi succede solo 4’ dopo. Vargas serve Marchionni da sinistra che di testa supera Curci. Niente da eccepire, se non recriminare sulla squadra doriana che sembra completamente in bambola: anche i tentativi di andare a rete della Samp sembrano tutti senza anima. Gastaldello all’8’, ma anche Cassano al 13’, Tissone subito dopo. Solo al 23’ pt Pazzini impensierisce davvero Frey: il bomber doriano raccoglie il cross da destra e gira di testa sul palo opposto. Frey vola e toglie la palla dal sette ,confermandosi così tra i migliori portieri del campionato. Ci riprova ancora Cassano al 35’ pt con un pallonetto ravvicinato ma ancora si oppone splendidamente Frey, tanto da meritarsi le congratulazioni dal fantasista blucerchiato.

Le speranze sampdoriane ricevono una doccia fredda anche con un presunto rigore negato a Semioli: al 25’ Gulan spinge alle spalle il centrocampista blucerchiato ma l’arbitro Brighi fa proseguire.

Ma sono i cambi che determineranno di fatto il risultato. E’ costretto a cambiare Mihajlovic, che fa uscire Vargas, alle prese con problemi muscolari, per Pasqual togliendo di fatto l’interlocutore a Marchionni; sceglie di cambiare Di Carlo che nel secondo tempo manda in campo Koman al posto di Semioli e poi inserisce Marilungo al posto di Tissone passando dal 4-4-2 al 4-3-3. Decisione che si rivelerà vincente. La Samp muta volto e decide di lasciare la propria area e di installarsi in quella viola. Il gioco dei genovesi sembra trasformato: più equilibrio tattico, più grinta, più precisione, più aggressività. La Fiorentina progressivamente sparisce, compiendo paradossalmente gli stessi errori tattici fatti dai blucerchiati nel primo tempo. Curci resta totalmente inoperoso per tutta la ripresa mentre l’attacco blucerchiato va avanti a martellate con Koman che si fa vedere subito al 7’, con Cassano che spinge dentro Tissone che però sbaglia tutto e non impensierisce Frey.

Il risultato torna giustamente in equilibrio grazie ad una punizione da 25 metri affidata a Ziegler che insacca a fil di palo. La Sampdoria sembra finalmente svegliarsi del tutto e un minuto dopo Cassano si ricorda di essere Fantantonio: Marilungo lo vede a pochi passi dall’area e lo serve con una precisione da orologiaio, Cassano imbambola due difensori viola e infilza Frey, il portiere al quale ha realizzato 7 dei 99 gol del curriculum del barese. Il fantasista doriano si commuove e si toglie la maglia: è così felice che abbraccia anche Brighi che tenta di fargli vedere il cartellino giallo. Da questo momento in poi non c’é storia.
La Fiorentina scende all’ultimo posto della classifica mentre Di Carlo e Ziegler possono festeggiare la 100ª presenza in serie A. Per Mihajlovic si preannunciano tempi duri, tempi utili per pensare alla ricostruzione.