“Negazionismo vergognoso ma no a punizione per legge”

CITTÀ DEL VATICANO – ‘’Negare la Shoah è un fatto gravissimo e vergognoso, ma punire per legge chi sostiene questa tesi – e quindi di fatto stabilire ciò che è storicamente vero attraverso una norma giuridica – non è la strada giusta’’. E’ quanto sostiene l’Osservatore Romano, intervenendo ieri nel dibattito aperto dal presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, che ha chiesto una legge che punisca quanti negano la Shoah.


A Pacifici aveva già replicato Anna Foa su Avvenire rilevando che quella di una legge ad hoc non fosse la strada giusta. ‘’Anzi – si legge sul quotidiano della Santa Sede – rischia di essere controproducente: in democrazia la censura non è un mezzo corretto, e si finisce per far diventare martire chi vi incappa’’.
‘’E’ questa, in sintesi – prosegue l’Osservatore – la condivisibile reazione degli storici alla proposta di introdurre in Italia il reato penale di negazionismo lanciata il 15 ottobre su ‘La Repubblica’ dal presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, dopo le dichiarazioni di Claudio Moffa. Questi, a conclusione di un master all’università di Teramo, aveva sostenuto, tra l’altro, che ‘non c’è alcun documento di Hitler che dica di sterminare tutti gli ebrei’’’.


‘’Una posizione, quella della maggior parte degli storici – si spiega sul giornale vaticano – in controtendenza rispetto al quasi unanime apprezzamento del mondo politico. Infatti, la proposta di Pacifici ha subito trovato anche il sostegno dei presidenti di Senato e Camera, che si sono detti pronti a sostenere e a velocizzare l’iter di un eventuale disegno di legge che introduca il reato di negazionismo’’.


Quindi il quotidiano vaticano cita David Bidussa che ‘’sul numero di domenica de ‘l’Unione informa’, bollettino dell’Unione delle comunità ebraiche italiane diffuso in rete da ‘Moked’, il portale dell’ebraismo italiano, sostiene che ‘una legge contro il negazionismo non sarebbe né una scelta intelligente, né una scelta lungimirante. Non aiuta né a farsi un’opinione, né a far maturare una coscienza civile’”.
Questo perché “’L’Italia ha bisogno di una pedagogia, di una didattica della storia, di un modo serio e argomentato di discutere e di riflettere sui fatti della storia. Non servono leggi che hanno il solo effetto di incrementare la categoria dei martiri’’’.


Viene riportato anche il giudizio dello storico Sergio Luzzatto per il quale il negazionismo è male culturale e sociale e dunque una sua rilevanza penale sarebbe sbagliata.