Boffo assumerà la direzione di Tv 2000, televisione della Cei

CITTÀ DEL VATICANO – Il suo nome era diventato per antonomasia quello di un ”metodo” usato per distruggere avversari politici attraverso campagne di stampa. Ora però Dino Boffo, che si era dovuto dimettere dalla direzione di ‘Avvenire’ proprio per la campagna innescatagli contro dal ‘Giornale’ di Vittorio Feltri, torna in un incarico di vertice nel mondo dell’informazione cattolica. Boffo, 58 anni, veneto, assumerà infatti la direzione di Tv 2000, la rete televisiva della Cei.

La nomina è stata discussa nel consiglio di amministrazione svoltosi questo pomeriggio e l’annuncio ufficiale sarebbe imminente. Di sicuro ne hanno parlato questa mattina anche Benedetto XVI e il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, durante l’udienza che il Papa ha riservato a quest’ultimo in Vaticano: prima di ratificare la nomina al vertice del network televisivo dei vescovi italiani, Bagnasco, a cui peraltro si deve la scelta, non poteva non informare il capo supremo della Chiesa cattolica.

A un ritorno di Boffo in un ruolo di rilevo nel mondo della comunicazione cattolica da tempo si lavorava dietro le quinte: alla proposta di affidargli la direzione della rete TV 2000, visibile sul digitale terrestre, avrebbe contribuito anche l’ex presidente della Cei ed ex cardinale vicario Camillo Ruini, da sempre ‘sponsor’ di Boffo. Fu lui stesso a volerlo alla direzione di Avvenire il 1/o gennaio 1994.

Il primo atto del ”metodo Boffo” fu sperimentato il 28 agosto 2009, quando il Giornale dedico’ l’intera prima pagina a un presunto ”incidente sessuale” attribuito all’allora direttore del giornale dei vescovi, che nelle settimane precedenti aveva pubblicato interventi critici sulla ”condotta morale” del premier Berlusconi. Il Giornale, citando atti del Tribunale di Terni riferiti a fatti del 2001, ricordava un patteggiamento di Boffo in un processo per molestie con minacce alla moglie di un uomo con il quale avrebbe avuto una relazione omosessuale.

La cosa si era conclusa nel 2004 con il pagamento di un’ammenda di 516 euro. Boffo smenti’ la ricostruzione del Giornale, ma il 3 settembre si dimise dalla direzione del quotidiano della Cei. Il 4 dicembre Feltri scrisse poi in prima pagina che le informazioni sull’ormai ex direttore di Avvenire erano inesatte e che l’atteggiamento ”sobrio e dignitoso” di Boffo ”non puo’ che suscitare ammirazione”. La vicenda chiamo’ in causa anche possibili tensioni nei rapporti tra Cei e Vaticano: Feltri (che in marzo fu anche sospeso per sei mesi dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia) tra l’altro fece sapere che a dargli le notizie su Boffo era stata ”una persona affidabile del mondo cattolico”.