Fondo Monetario Internazionale promuove le economie emergenti

WASHINGTON – Secondo il Regional Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale diffuso ieri, a livello globale il Pil dovrebbe crescere del 4,5 per cento (in rialzo di mezzo punto rispetto a stime precedenti) con una ripresa spinta dalle economie emergenti (+7,5 per cento nei primi sei mesi dell’anno) sia asiatiche che latino americane. Una crescita alimentata dalla forte domanda interna e dall’afflusso di capitali dall’estero. In America Latina, la crescita quest’anno dovrebbe superare il 7 per cento, mentre in Centro-America il tasso dovrebbe aggirarsi intorno al 3 per cento. Dopo la crescita del secondo semestre 2009, invece, i prezzi delle materie prime sembrano essersi stabilizzati.


Nel rapporto si sottolinea anche la resistenza delle economie locali alla crisi del debito sovrano europeo: così, nonostante i legami – anche sul fronte bancario – con gli istituti europei, le banche latinoamericane e caraibiche non sono state “contagiate”.


Ma nell’analisi del Fondo emerge chiaramente anche un altro fattore chiave, ovvero il peso del Brasile sulle economie regionali. Secondo le stime dell’Fmi, ad esempio, a una eventuale crescita del 10 per cento del Pil brasiliano corrispondere un effetto sull’economia argentina pari al 3 per cento del Pil, e simili risultati sono ipotizzati nei rapporti con Paraguay e Uruguay.


Nel documento del Fondo Monetario, comunque, si evidenziano i rischi di una crescita troppo rapida e incontrollata: surriscaldamento dell’economia, inflazione e deficit della bilancia commerciale. In particolare, conclude il rapporto, bisognerà adottare politiche per evitare una crescita eccessiva del ricorso al credito ma anche bolle speculative, che perla per il 2011 di un pil americano in aumento del 2,3 per cento, con un’inflazione che resta contenuta. E’ una crescita – si aggiunge – sostenuta dalla forte domanda interna ma anche dall’afflusso di capitali dall’estero. Dopo la crescita del secondo semestre 2009, invece, i prezzi delle materie prime sembrano essersi stabilizzati.