Lodo Alfano: approvato l’emendamento

La commissione Affari costituzionali ha approvato con 15 voti a favore e 7 contrari l’emendamento del Pdl al lodo Alfano che sancisce la retroattività delle norme contenute nel provvedimento per i processi che riguardano il presidente del Consiglio ed il presidente della Repubblica. Ed é subito scontro con le opposizioni. L’ emendamento, presentato dal presidente della Commissione Giustizia, Carlo Vizzini, prevede che “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”. La norma è fortemente osteggiata dall’ opposizione, che grida al “mostro giuridico”. Insieme a Pdl e Lega hanno votato a favore anche i finiani e l’Mpa.

Il voto a favore del Fli e dell’ Mpa era comunque atteso dopo il voto di fiducia in Parlamento del 29 e 30 settembre sui 5 punti del programma. Ma l’opposizione non ci sta. “Questo sì è l’ennesimo schiaffo alla giustizia”, ha protestato la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro che ha definito questa compattezza in favore “degli interessi e del destino di una sola persona una cosa vergognosa”.

Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha parlato di “vergogna” e ha accusato il Fli di “un grosso deficit di coerenza e ha annunciato che il suo partito “farà le barricate” contro il ddl costituzionale. Le proteste dell’ opposizione sono state respinte da una voce autorevole tra i finiani, la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno. “la finalità del cosiddetto lodo Alfano costituzionale è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non venissero sospesi processi per fatti antecedenti all’assunzione della carica”.

Ma l’opposizione rincara la dose: “l’approvazione dell’emendamento – ha osservato la senatrice del Pd Silvia Della Monica – salva Berlusconi dai suoi processi per permettergli di tenere lo sguardo lungo verso il Quirinale”. Concetto ripreso anche dal senatore dell’ Idv Pancho Pardi: “Così si prepara la strada dell’immunità per Berlusconi se andrà al Quirinale”. Intanto, in serata, dopo il montare delle polemiche, una nota del Quirinale ribadisce: “come già affermato il 7 luglio scorso”, la Presidenza della Repubblica resta “sempre rigorosamente estranea alla discussione, nell’una e nell’altra Camera, di qualunque proposta di legge e di sue singole norme, specialmente ove si tratti di proposte di natura costituzionale o di iniziativa parlamentare”.