Liverpool troppo attento Il Napoli non si sblocca

NAPOLI – Una serata così è destinata, comunque, a rimanere nella storia del Napoli. Manca la vittoria, manca lo spettacolo sul campo, ma c’é in abbondanza sugli spalti, con un San Paolo gremito all’inverosimile. La partita sancisce in ogni caso il ritorno della squadra e della società partenopea nel gotha del calcio, nonostante che il pareggio con il Liverpool abbia accontentato solo per metà un ambiente che aveva tanto sognato il successo pieno con i Reds, tanto da provocare anche qualche fischio a conclusione della partita.

Lo 0-0 lascia immutata la distanza in classifica tra le due squadre, con gli inglesi che tuttavia fanno innegabilmente un passo avanti verso la qualificazione al turno successivo. Il pareggio è sostanzialmente giusto.

Gli uomini di Mazzarri tentano di mettere sotto i titolatissimi e super blasonati avversari, ma il Liverpool, forte della grande esperienza in campo internazionale dei suoi uomini, resiste nei momenti di difficoltà, anche se non riesce quasi mai a proporsi in attacco con lucidità ed anche con buona continuità. Eppure gli inglesi, è innegabile, si erano presentati al San Paolo con una serie di problemi che sarebbero potuti servire anche da attenuanti: dalla condizione psicologica, resa fragile dalla scomoda ed inusuale posizione di fanalino di coda in Premier League, alle assenze ‘pesanti’ di Gerrard, Torres, Kuyt, Johnson, Agger e Meireles, alle quali si uniscono quelle di Maxi Rodriguez e di Joe Cole, tenuti in panchina, pensando al campionato. Limiti oggettivi per la squadra di Hodgson, ma che non sminuiscono il loro valore assoluto. Se dunque al Napoli non riesce l’impresa della vittoria, in ogni caso il pareggio va considerato un risultato prezioso che rappresenta il coronamento del lungo lavoro, cominciato sei anni fa, quando Aurelio De Laurentiis rilevò la società dopo il fallimento, ripartendo dalla serie C. Mazzarri per questa serata da vetrina, mette da parte il turnover e schiera la formazione titolare, vale a dire il suo solito 3-4-3. Hodgson risponde con il 4-2-3-1, tenendo sugli esterni di centrocampo, invece dei due uomini migliori della squadra, Maxi Rodriguez e Joe Cole, Jovanovic e Babel e riservando al solo Ngog il ruolo di punta.

Nel primo tempo la maggiore quantità del Liverpool a centrocampo si fa sentire. Gli inglesi mantengono prevalentemente il predominio del gioco, anche se pagano con una scarsa incisività la maggiore densità nella zona cruciale del terreno di gioco. Il Napoli tenta di rispondere con la sua arma migliore, vale a dire la velocità degli attaccanti. Il problema tuttavia è l’innesco dell’azione che non trova il conforto di alcuni centrocampisti, Maggio e Gargano in particolare, i quali non sono in un buon momento di forma.

La ripresa conferma l’andamento tattico della prima frazione di gioco. La manovra si svolge prevalentemente a centrocampo e nessuna delle due formazioni riesce a prevalere quando si tratta di portare fino in fondo il gioco d’attacco. In tutta la partita le occasioni da gol vere e proprie sono solo due: nel primo tempo Hamsik si vede respingere sulla linea di porta una sua deviazione e nella ripresa Babel, dopo un errore a centrocampo di Aronica, conclude a rete, ma De Sanctis ribatte con un piede. Insomma lo spettacolo è più sugli spalti che sul terreno di gioco. D’altro canto un pareggio sta benissimo ai Reds che non hanno alcuna voglia di sprecare energie, sapendo quel che li aspetta in campionato. E lo stesso Napoli lunedì sera dovrà vedersela al San Paolo con il Milan. E non è cosa da poco.