P3, Marra si dimette: “Tempo ristabilirà la verità”

ROMA – Si è dimesso dalla magistratura il presidente della Corte d’Appello di Milano, Alfonso Marra. La conferma su quanto anticipato da indiscrezioni di stampa, è stata data al Csm, dove ieri Marra avrebbe dovuto essere ascoltato dalla Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli, che aveva aperto nei suoi confronti una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Le dimissioni arrivano dopo il coinvolgimento del magistrato nell’inchiesta sulla cosiddetta P3.
‘’Non sono mai venuto meno ai miei doveri’’, scrive Marra nella lettera con la quale si è dimesso dalla magistratura, lettera recapitata al Csm attraverso il suo difensore Pier Camillo Davigo. L’ex pm di Mani Pulite avrebbe dovuto assisterlo nella procedura di trasferimento d’ufficio. Con “sgomento”, ma anche amarezza, Marra fa notare come il Csm abbia aperto la procedura di trasferimento nei suoi confronti “fuori dai casi previsti dalla legge”, sottolineando di aver sempre agito con ‘’disciplina ed onore’’.
In ogni caso, “il tempo ristabilirà la verità” afferma il magistrato il quale fa notare che la sua decisione è scaturita dal timore che “nella situazione creatasi, la mia permanenza alla presidenza della Corte d’Appello di Milano possa incidere sul buon andamento dell’amministrazione giudiziaria e sull’attività degli organi di autogoverno’’.
‘’Mi sgomenta – prosegue Marra – che colleghi con i quali ho condiviso anni di impegno e ai quali sono legato da reciproca conoscenza, possano avere di me l’immagine di una persona disposta a sacrificare la propria libertà ed indipendenza per ottenere e mantenere una carica. Preferisco farmi da parte e riservare loro quel ricordo di affetto e colleganza che più di ogni cosa oggi mi costerebbe rinnegare’’.
In 45 anni di carriera, scrive, “nessun rilievo mi era mai stato mosso e gli organi di autogoverno mi avevano conferito funzioni semi direttive e direttive prestigiose, anche a prescindere dalla nomina alla presidenza della Corte d’Appello di Milano’’. Mentre in questa procedura, dice, gli sono state ‘’impropriamente rivolte contestazioni’’, perché su di lui pendeva già un procedimento disciplinare. ‘’Voglio evitare che sulla mia persona – prosegue – si formi un precedente che potrebbe ledere l’indipendenza individuale dei magistrati. Il mio interesse, fondatamente tutelabile davanti al giudice amministrativo, può farsi da parte. Mi è di conforto la mia coscienza, l’unica con la quale non si può barare’’. Marra conclude con l’augurio che il “Consiglio Superiore sappia operare lontano dalle logiche di schieramento e porsi come punto di riferimento di una giustizia che sia davvero tale’’.
Davanti alla prima Commissione del Csm si è recato il difensore di Alfonso Marra, Piercamillo Davigo. Sarà ora la quarta Commissione del Csm a dover prendere atto della richiesta di collocamento a riposo per limiti d’età presentata da Marra, che ha già compiuto i 70 anni. La discussione della pratica passerà poi in plenum, e il voto è già previsto per la prossima settimana. Con la richiesta di Marra decadono anche i procedimenti aperti a suo carico dalla sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli. Come decade anche la procedura di trasferimento in prima Commissione.
‘’Credo che le dimissioni di Marra siano la migliore soluzione possibile nell’interesse delle istituzioni’’, ha commentato Guido Calvi, presidente della prima Commissione di Palazzo dei Marescialli che mercoledì doveva procedere all’audizione del magistrato.