Veneti da Champions, romagnoli ko nel finale

VERONA – Il Chievo batte il Cesena all’ultimo assalto. Un guizzo del francese Thereau, ultima scoperta di un mai domo Sartori, regala ai gialloblù veneti una classifica decisamente poco preventivabile alla vigilia di questo campionato.


Un Chievo capace di soffrire, di lottare, di sfruttare al meglio gli episodi favorevoli. Come la mischia della rete ad una manciata di secondi dalla fine. Ci vuole anche un po’ di buona sorte e il Chievo l’ha cercata e trovata proprio nel respiro finale. Il Cesena, certo, deve recitare un grande mea culpa.
Come a Udine, a squadra di Ficcadenti getta al vento un risultato positivo quando sono in pochi a crederci.

Perdere una partita all’ultimo secondo può essere solo un episodio, ripeterlo a distanza di poche gare comincia ad essere un campanello d’allarme pericoloso. Anche perché il Cesena visto al Bentegodi non ha certamente demeritato. I romagnoli se la sono giocata a viso aperto, hanno risposto colpo su colpo al gioco del Chievo e quel punticino finale se lo sarebbero meritato. Il Chievo, da parte sua, ha avuto il merito di crederci, di sfruttare la superiorità numerica nei minuti finali e di capitalizzare al meglio la girata di Thereau sulla palla sporca dopo azione di calcio d’angolo. Una partita equilibrata che il Chievo ha fatto sua con l’arma della determinazione, da sempre una delle prerogative migliori della formazione veneta. Capace di colpire in un momento in cui il Cesena aveva preso le misure al Chievo.


Una capocciata dello sloveno Cesar porta avanti il Chievo, poi è Sorrentino a chiudere la porta in faccia ad un motorino straordinario come Giaccherini. Jemenez sfiora il pareggio che solo uno sfortunato tacco involontario di Guana materializza alla causa dei romagnoli. Nella ripresa ci si aspetta un Chievo alla garibaldina e un Cesena guardingo a difendere: non è così. Pioli prova a muovere le acque, ma la difesa dei romagnoli non perde colpi e, anzi, in attacco il Cesena punge con pericolosità. Poi nel finale Von Bergen si fa cacciare per doppia ammonizione, allo scadere (recupero compreso) mancano sei minuti. E a 60 secondi dalla fine Thereau fa esplodere di gioia il Bentegodi.