Capello: “Mi ricorda il Verona di Bagnoli…”

Ha vinto lo scudetto con la Roma, ma non può non fare i complimenti alla Lazio capolista. Fabio Capello da ct dell’Inghilterra continua a osservare il campionato italiano e non gli sono sfuggite le sorprese di questo avvio di stagione.

“È un campionato interessante per molti motivi, perché alcune squadre che dovevano fare bene stanno facendo male. Tra tutte le sorprese direi la Lazio, per loro arrivare in Champions sarebbe un ottimo risultato” ha detto Capello ospite di Radio anch’io lo sport. Dopo otto giornate la squadra di Edy Reja ha già fatto meglio della Lazio di Eriksson, quella che vinse lo scudetto, e il tecnico della nazionale inglese infatti si sbilancia, paragonando i biancocelesti di oggi al Verona di Bagnoli che nel campionato 84-85 arrivo a vincere lo scudetto: “Se ricorda quel Verona? Direi proprio di sì – dice Capello – E comunque la Lazio ha un ottimo centrocampo, ottimi giocatori e siccome l’80% dei palloni passano da lì ecco che tutto torna. E poi c’è un ottimo allenatore”.

E nella Capitale in questo periodo si vive un insolito testacoda, con la Lazio sempre più lanciata in vetta alla classifica e con quattro punti di vantaggio sull’Inter, e la Roma che invece arranca. “È una di quelle cose che non si capiscono – sottolinea Capello -: straordinari fino a pochi mesi fa e ora in crisi. Credo ci sia qualcosa che non funziona nel gruppo. Uniti a parole, ma qualcosa manca evidentemente”. Poi Capello passa ad analizzare la crisi del calcio italiano in Europa.

“Sul piano europeo siamo messi male e questa è una brutta cosa – continua – ricercando il perché si possono trovare motivi di discussione; quando giochiamo in Europa il calcio tecnico e fisico delle altre nazioni ha la meglio sul calcio tecnico-delizioso italiano. L’Inter ha vinto la Champions perché aveva tanti stranieri fisicamente forti e tecnicamente validi. Non bastano i giocatori con i piedi buoni per vincere. L’altro motivo è che probabilmente ci sentiamo appagati a casa nostra senza vedere quello che succede poco. I responsabili dei settori giovanili dovrebbero viaggiare più per l’Europa”.