In Francia cala il tasso di scontro in attesa dello sciopero di domani

Mentre l’ultimo dibattito sulla riforma delle pensioni si è aperto ieri in Senato, il movimento di contestazione sembra perdere vigore in Francia e la situazione tornare a poco a poco alla normalità. Tanto che ieri il ministro dell’Economia, Christine Lagarde, ha affermato che il conflitto “è ormai ad una svolta” e che si assiste ad un ritorno al “alla ragione”. Dopo due settimane di sciopero, i netturbini hanno ripreso il lavoro ieri a Marsiglia, dove la situazione sanitaria era diventata insostenibile per i cittadini, sommersi da 10.000 tonnellate di rifiuti ammassati sui marciapiedi e agli angoli delle strade.

Dal punto di vista del carburante, tre raffinerie hanno votato la fine dello sciopero, mentre tra i depositi di petrolio, solo quello di Brive-la-Gaillard risultava di nuovo bloccato da alcunimanifestanti. Ottimista si è mostrato il ministro dell’Ecologia, Jean- Louis Borloo, che aspettava per ieri il corretto funzionamento di quattro stazioni di servizio su cinque. I sindacati restano comunque sul piede di guerra. Bernard Thibault, leader della CGT, avverte che il movimento “non è finito” nonostante le vacanze di Ognissanti.

Ieri in tutta la Francia erano chiamati a scendere in campo gli studenti universitari che, nel primo pomeriggio, hanno manifestato a Parigi davanti al Senato. Diverse Assemblee generali si sono tenute all’appello dell’Unef, il principale sindacato degli studenti. Intanto iniziative e sitin si sono svolti lungo tutta la giornata a Marsiglia, Bordeaux, Lione, Tolosa, nell’attesa dello sciopero generale di giovedì.