Due giornate a Krasic Marotta: “Decisione iniqua”

TORINO – Il serbo Milos Krasic è stato squalificato per due giornate, con l’ausilio della prova tv. Il calciatore della Juventus, che salterà le gare con Milan e Cesena, ha così pagato la caduta in area, simulata, al 35’ del primo tempo di Bologna-Juventus di domenica scorsa. La caduta, dopo che era stato solo sfiorato da Portanova, ha tratto in inganno l’arbitro De Marco, che ha assegnato il rigore contro il Bologna. La conclusione dal dischetto di Iaquinta è stata poi parata da Viviano e la partita è finita 0-0. Il giudice sportivo, sottolinea come “nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l’arbitro fu indotto in errore da un abile tuffo in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l’innaturale trascimento del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l’intento ingannevole”. Di fronte “a questa evidente simulazione”, il giudice sportivo ha punito la condotta antisportiva con il minimo della pena, cioè due giornate di squalifica. La Juve ha deciso di fare ricorso contro la sentenza ritenendo che nel tuffo di Krasic non ci fosse dolo, ma si sia trattato solo di un gesto istintivo.


Contrariato il direttore generale bianconero Beppe Marotta, secondo cui “la decisione del giudice è fortemente iniqua”. La Juve farà quindi ricorso contro la squalifica. E per la prima volta ha rotto il silenzio il giudice sportivo Gianpaolo Tosel. “Come qualunque provvedimento, della giustizia ordinaria e sportiva, la squalifica non è definitiva in primo grado” e a poposito del ricorso ha aggiunto: “a memoria ricordo solo assoluzioni, non riduzioni della squalifica”. I due turni inflitti a Krasic “sono il minimo previsto: il codice prevede nei quattro casi di condotta gravemente antisportiva la sanzione minima di due giornate: il giudice ha un ambito di discrezionalità limitata nel minimo, non nel massimo” ha spiegato Tosel, secondo cui un eventuale ricorso può essere basato “tra l’altro sul concetto di evidenza o l’elemento soggettivo e così via. Estremi per il ricorso ci sono sempre, anche nella giustizia ordinaria”. Tosel non ha chiarito se sia stato preso in considerazione il gesto di esultanza di Krasic dopo aver ottenuto il rigore simulando (“Avete una domanda di riserva?”, ha sorriso) ma ha spiegato che “le tre giornate di squalifica sono a discrezione: se non si ravvisano situazioni particolarmente gravi la prassi giudiziale è quantificare nel minimo”. E alla domanda se ha parlato con il presidente bianconero Andrea Agnelli, ha replicato: “In genere non parlo con i presidenti…Era arrabbiato? Può darsi, non credo che un presidente sia mai felice di un provvedimento contro un suo giocatore, è umano e normale che sia così”.


La difesa di Agnelli. Prima della decisione del giudice sportivo, il presidente Agnelli aveva difeso il suo giocatore: “Abbiamo allertato i nostri legali perché sin dal pomeriggio di domenica abbiamo assistito a una violenza mediatica. Alcuni giornalisti hanno addirittura espresso giudizi in base all’etnia (il riferimento è a Maurizio Pistocchi di Mediaset che ha detto “Pensavo che fosse una persona seria, invece è solo serbo”, ndr)”. Agnelli ha aggiunto: “Il rigore non c’era ma il comportamento di Krasic è sempre stato corretto. E’ un grande campione che ha preferito la serie A alla Premier e va tutelato, perché riceve 4-5 calcioni a partita. La Juve? Il lavoro di Marotta sta crescendo, torniamo a essere temibili”.


L’opinione di Marchisio. “Milos non ha voluto prendere in giro l’arbitro e Portanova”. Anche Claudio Marchisio prova a prendere le difese del compagno di squadra Krasic. “La società fa bene a fare ricorso, ma noi dobbiamo pensare a giocare”.