Casa An Montecarlo, per i pm non fu truffa

ROMA – La Procura della Repubblica di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta riguardante la casa di Montecarlo che dalla fine del luglio scorso è stata al centro di una polemica riguardante la concessione in affitto dell’immobile, ereditato da An, e poi rivenduto a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini.


Contestualmente alla richiesta di archiviazione la Procura ha sottolineato che nulla è da contestare a Fini e al senatore Francesco Pontone in relazione alla presunta vendita a prezzi «stracciati» dell’appartamento ereditato da An, che si trova a Montecarlo in boulevard Princesse Charlotte.


L’inchiesta era scaturita dalla denuncia presentata il 30 luglio scorso da due esponenti de ‘La Destra’ nei confronti di ignoti. Nel comunicare l’avvenuta richiesta di archiviazione la Procura sottolinea che i denuncianti ipotizzavano un delitto di truffa in quanto il prezzo di vendita dell’immobile per 300mila euro appariva molto al di sotto del valore di mercato dell’immobile stesso.


Sulla base della denuncia, la Procura di Roma ha svolto una serie di investigazioni acquisendo documenti e interrogando numerose persone tra le quali lo stesso senatore Pontone nonché facendo una rogatoria nel Principato di Montecarlo. Proprio attraverso questa indagine e dopo l’iscrizione di Fini e Pontone nel registro degli indagati «si costatato l’insussistenza di azioni fraudolente giacché nessun artificio e raggiro – osserva la Procura – si rilevava nella condotta di alienazione dell’immobile, decisa ed attuata – a mezzo di procuratore – dal presidente dell’associazione partito An rappresentante della stessa lista e titolato a disporre del suo patrimonio. Nessuna truffa, quindi, per difetto assoluto di uno degli elementi costitutivi del reato».
In proposito la Procura osserva che «trattandosi di associazione non riconosciuta non era neanche ipotizzabile l’ipotesi delittuosa prevista dall’articolo 2634 del Codice civile, prevista esclusivamente per gli amministratori di società».


Riferendosi alle rogatorie fatte presso l’autorità monegasca la Procura ha precisato che «dal Principato di Monaco e precisamente dalla Chambre Immobiliere Monegasque, ente per il monitoraggio di tutte le vendite immobiliari del Principato è stato comunicato che il valore di mercato dell’immobile era triplicato al momento dell’alienazione rispetto a quanto dichiarato a fini successori (273.000 euro). Tale valutazione è stata effettuata in astratto senza tener conto delle condizioni concrete del bene, descritto dai testi come fatiscente». «Qualsivoglia doglianza – precisa la Procura della Repubblica – quindi, sulla vendita a prezzo inferiore non compete per le ragioni dinanzi esposte, al giudice penale ed è eventualmente azionabile nella competente sede civile».
Sarà ora il gip a dover stabilire se il ragionamento della Procura della Repubblica di Roma debba essere accolto.


«Sono contento e soddisfatto, perché era un’azione sballata, contro il presidente della Camera Gianfranco Fini e contro di me», osserva il senatore Franco Pontone, ex tesoriere di An. Il senatore Fli, visibilmente commosso, ha detto ai giornalisti in sala stampa che «la vicenda si è rivelata per quello che era: una bolla di sapone».