Senza tregua le tensioni tra Pdl e Fli il governo si gioca il futuro in un lodo

“Il Lodo Alfano lo votiamo se non è reiterabile. Non è una novità, ma questa è la nostra posizione”. Nino Lo Presti condensa così il senso della colazione di lavoro con il capogruppo Pdl alla Camera, Italo Bocchino, sullo ‘scudo’ per le alte cariche.

“Non ci sono novità – sottolinea il deputato Fli – e del resto mi pare che lo stesso ministro Alfano abbia fatto delle importanti considerazioni in proposito. Il fatto è che non possiamo votare una cosa diversa da quella su cui abbiamo già dato in passato il nostro consenso e che confermiamo ora, a patto di non voler trasformare quella misura in una forma di impunità. Perché sennò finisce che uno si avvale prima del Lodo come presidente del Consiglio, poi come Presidente della Repubblica e… arrivederci”. Lo Presti osserva che “alla luce delle considerazioni di Napolitano, va peraltro considerata con più attenzione la posizione della eventuale copertura del Capo dello Stato” anche se “ora quello che conta è stare alla sostanza, cioè alla non ripetibilità di uno scudo di cui ci si può avvalere una sola volta, chiunque sia la persona, qualunque sia la carica che riveste”. Sono proseguite anche ieri le trattative fra Pdl e Fli per giungere a una intesa sul lodo Alfano.

Secondo il presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini (Pdl), “sul tema della reiterabilità ci sono i margini per poter dare una risposta alle esigenze, senza contravvenire a quello che è anche il rigore delle garanzie, che non possono essere collegate soltanto ad un tempo”. “Ci vuole buona volontà – prosegue Vizzini – c’è tutto il tempo per presentare emendamenti e la prossima settimana, ove ci fossero ulteriori modifiche, c’è sempre la possibilità di intervenire con subemendamenti”.

Maurizio Saia, unico esponente Fli in Commissione Affari costituzionali, rende noto di averne parlato con Fini. Secondo il vicepresidente della Commissione Antimafia, Fabio Granata (Fli), “il quadro politico è in rapidissima evoluzione e, alla luce di tanti segnali, credo che i gruppi parlamentari di Futuro e Libertà debbano approfondire con estrema attenzione i temi della riforma della giustizia e del lodo Alfano, anche alla luce dell’intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La nostra base – spiega – è radicalmente ostile a interventi non in linea con le battaglie di legalità portate avanti sin ora. Un voto sbagliato su temi divaricanti – conclude il parlamentare siciliano di Futuro e Libertà – potrebbe gravemente danneggiare, se non compromettere il nostro percorso di avvicinamento al nuovo soggetto politico: lasciandoci senza Futuro”.

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni non crede che il lodo Alfano possa mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo. “Non credo che sul lodo Alfano si verifichi la stabilità del governo, ma sulla sua azione quotidiana. Il lodo non è l’ombelico del mondo politico. Il governo – prosegue – va avanti con il suo programma, ci sono altre cose di cui si occupa, io ad esempio mi occupo di frodi e non di lodo”.