Stati Uniti-Cina: si scalda la contesa delle “terre rare”

La Cina non userà la sua posizione di quasi-monopolio nella produzione di “terre rare” come uno “strumento di contrattazione” nei rapporti con gli altri Paesi, mentre gli Stati Uniti hanno sottolineato che il commercio dei preziosi minerali deve proseguire ‘’senza interferenze”. Parlando alle Hawaii in una conferenza stampa, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha affermato di “non essere al corrente” della dichiarazione di intenzioni di Pechino, ma di augurarsi che essa stia ad indicare “che il commercio di questi importanti materiali continuerà senza interruzioni e senza alcuna interferenza”.

“Questo episodio deve servire da campanello di allarme… quindi diamo il benvenuto alla dichiarazione dei cinesi che riprenderanno le normali operazioni commerciali, ma penso che tutto il mondo debba cercare forniture addizionali”. Le “terre rare” sono 17 minerali usati, tra l’altro nella produzione di energia pulita, di computer, di laser e di armamenti sofisticati.

La Cina produce attualmente il 97% delle terre rare che sono sul mercato. Giacimenti dei minerali esistono in molti altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti e l’Australia, ma non sono mai sfruttati anche perché la Cina ne ha contenuto fino a quest’anno il prezzo sfruttando il vantaggio che le viene dato dal basso costo del lavoro. Lo sfruttamento dei giacimenti della Cina è iniziato in modo sistematico negli ottanta, quando l’iniziatore delle riforme economiche Deng Xiaoping dichiarò che ‘’se il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare”.

Anticipando tutti gli altri, Pechino ha così raggiunto una situazione di monopolio nonostante disponga solo del 20-30% delle risorse mondiali. Dall’inizio dell’anno, a causa della crescente domanda, il prezzo dei minerali si è decuplicato, spingendo alcuni Paesi ad aumentare gli investimenti per lo sfruttamento dei loro giacimenti. Le preoccupazioni degli Usa che, tra l’altro, hanno confermato l’incontro previsto a novembre fra il presidente Barack Obama e il suo omologo Hu Jintao, sono condivise dall’Unione europea e dal Giappone, le cui imprese sono fortemente dipendenti dalle forniture di terre rare dalla Cina.