Nazionale, contro la Serbia è arrivata la vittoria più brutta

ROMA – Tre a zero a tavolino a favore dell’Italia, due partite a porte chiuse per la Serbia di cui una con la condizionale; e una partita da disputare a porte chiuse anche per l’Italia ma con la sospensione condizionale della pena: si chiude con le decisioni della commissione disciplinare dell’Uefa la brutta pagina di Italia-Serbia, match valido per la qualificazione a Euro 2012 sospeso dopo 6 minuti per le intemperanze dei supporter serbi. Ora le parti potranno rivolgersi al Jury d’appello se vorranno fare ricorso. Di incidenti con sospensione di partita esistono pochi precedenti ma non insignificanti a livello di grandi tornei internazionali: i principali sono tre.

Il primo è datato 28 ottobre 1987, qualificazioni agli Europei di Germania 1988, quando in Olanda-Cipro, dopo appena 30 secondi di gioco e sull’1-0 per gli orange il portiere cipriota Charitou viene colpito da una rudimentale bomba: stordito esce dal campo in barella, la gara continua e l’Olanda vince per 8-0; Cipro fa ricorso, ottiene in primo grado il 3-0 a tavolino, ma l’Olanda fa appello ed ottiene la ripetizione della gara, che vincerà 4-0 qualificandosi alle fasi finali dell’Europeo che poi andrà addirittura a vincere, battendo in finale 2-0 l’Unione Sovietica.

Il secondo risale al 3 settembre 1989, nelle qualificazioni sudamericane ai Mondiali di Italia ’90 tra Brasile e Cile, gara decisiva per l’approdo ai Mondiali: il portiere cileno Rojas, sull’1-0 per la Selecao, si accascia dopo che gli è scoppiato nei pressi un petardo: è una sceneggiata, ma il Cile si ritira e la gara viene sospesa. La Fifa convoca Rojas, fa crollare l’alibi, il Cile perde 0-2 a tavolino e viene squalificato dalle qualificazioni ai Mondiali 1994, il Brasile va ai Mondiali, Rojas e il C.T. cileno Aravena vengono radiati, il giocatore Astengo squalificato per 5 anni. Infine il 2 giugno 2007, qualificazioni agli Europei di Austria/Svizzera 2008, la Danimarca viene punita con lo 0-3 interno a tavolino contro la Svezia: a 1’ dalla fine, sul 3-3 sul campo, si verifica l’invasione di un tifoso danese che aggredisce l’arbitro tedesco Fandel, che sospende immediatamente la partita.


Il raptus era comunque partito dall’ex juventino Poulsen, che in area rifilò un pugno allo stomaco allo svedese Rosenberg, notato da un guardalinee. In Italia si ricordano tre partite di coppe europee sospese per incidenti: in Champions League Roma-Dinamo Kiev 0-3 ed Inter-Milan 0-3, entrambe nell’edizione 2004/05: nel primo caso l’arbitro Frisk venne colpito alla fronte da una monetina, nel secondo il portiere rossonero Dida si accasciò al suolo colpito da un petardo.


Da ricordare anche il match di Coppa Uefa, disputato a Salerno, nell’edizione 1998/99, dove Fiorentina- Grasshoppers venne sospesa per il lancio di una bomba carta al rientro dei giocatori negli spogliatoi per l’intervallo tra primo e secondo tempo, che colpì il quarto uomo Flament: l’arbitro belga Piraux sospese la gara sul 2-1 per i viola, che non ebbero partita persa, ma vennero puniti con l’ estromissione d’ufficio dalla competizione, pur essendo sul campo qualificati.

IL COMMENTO


Federcalcio: “Il ritorno a porte aperte non ci preoccupa per niente”


ROMA – “La Uefa ha apprezzato l’ottimo lavoro della nostra delegazione, che è riuscita a dimostrare che la federazione italiana ha fatto il massimo nelle circostanze drammatiche della serata”: lo ha detto il direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini, dopo la sentenza della Disciplinare Uefa sui fatti di Italia-Serbia. “Non ci preoccupa per niente – ha aggiunto il dirigente italiano – che Serbia-Italia si giochi a porte aperte: come abbiamo sottolineato nella relazione finale vogliamo mantenere ottimi rapporti con la squadra, i dirigenti e i veri tifosi serbi”.

Roberto Massucci, responsabile del Viminale per la sicurezza della nazionale azzurra, ha aggiunto: “La sanzione amministrativa era inevitabile, dato il principio della responsabilità oggettiva. Nel corso della discussione, abbiamo potuto approfondire le scelte delle autorità italiane: siamo soddisfatti, il sistema paese ne è uscito alla grande”. La Federcalcio serba, al contrario, si è detta insoddisfatta del verdetto della Disciplinare Uefa “soprattutto per ciò che riguarda la sconfitta per 3 a 0 inflittaci”, ha detto il presidente della Federcalcio Tomislav Karadzic citato dall’emittente B92. “Il resto della sentenza ce lo aspettavamo”, ha aggiunto con riferimento ai due turni a porte chiuse ordinati per la Serbia, di cui uno con la sospensione condizionale, e alla multa di 120 mila euro. Karadzic ha detto che quando arriverà la versione scritta del verdetto Uefa, la Federcalcio serba valuterà se presentare o meno ricorso.