Gli Usa chiamati alle urne per il voto di medio-termine

Gli Stati Uniti sono impegnati da anni in sanguinose e costose guerre in Iraq e in Afghanistan. Ma i due conflitti sono stati nominati raramente in questa campagna elettorale per il voto di medio-termine previsto nella giornata di oggi. Sia i democratici che i repubblicani preferiscono evitare accenni alle guerre e anche il presidente Barack Obama nei suoi discorsi elettorali ha citato i conflitti solo per elogiare il valore e il coraggio dei soldati americani.

Il silenzio dei repubblicani è motivato dalla convinzione che un dibattito sulle guerre può solo distrarre gli elettori da quello che resta il loro argomento migliore: il cattivo stato dell’economia sotto la presidenza Obama. Inoltre i repubblicani sono più vicini dei democratici alle posizioni di Obama per quanto riguarda la guerra in Afghanistan (approvano l’aumento temporaneo delle truppe inviate sul fronte) di quanto non siano i democratici. Non è quindi nel loro interesse mettere l’accento su un tema che li vede di fatto alleati con l’inquilino della Casa Bianca. Anche i democratici non ritengono un vantaggio parlare delle guerre in corso. Esistono notevoli divisioni interne nel partito su come condurre la guerra in Afghanistan, a partire dalla decisione di Obama di cominciare il ritiro delle truppe a partire dal luglio 2011. Esiste poi un motivo economico.

Democratici e repubblicani hanno speso – sotto le presidenze Bush e Obama – oltre mille miliardi di dollari nei due conflitti in Afghanistan e Iraq. Una somma che può essere rischioso menzionare in una campagna elettorale dominata dalle preoccupazioni degli americani per la situazione economica e per la disoccupazione. Ben diversa era stata la situazione nel voto di midterm del 2006, quando i democratici avevano giocato sulla insoddisfazione degli elettori americani su come il presidente Bush aveva condotto la guerra in Iraq. Un’insoddisfazione che aveva aiutato i democratici a conquistare il controllo del Congresso. Anche nelle elezioni presidenziali del 2008 la guerra in Iraq era stata un cavallo di battaglia per Obama, che aveva il vantaggio di avere manifestato fin dall’inizio la sua opposizione al conflitto. La guerra in Afghanistan diventerà comunque un tema della campagna presidenziale del 2012, quando Obama, impegnato nella battaglia per un secondo mandato, dovrà fare i conti con il successo o il fallimento della sua strategia.