Cuomo, un sogno nel cassetto: la Casa Bianca

NEW YORK – Gli si attribuiscono ambizioni presidenziali e l’essere stato eletto governatore dello Stato di New York potrebbe rappresentare un primo significativo passo per diventare un giorno il primo italo-americano alla Casa Bianca.

E’ una sfida che suo padre Mario Cuomo, storico Governatore di New York dal 1983 al 1994, non era stato in grado di raccogliere nel 1987 perchè gli erano stati messi bastoni tra le ruote, accusandolo di collusione con la mafia, un fatto peraltro mai dimostrato. Ministro della Giustizia statale uscente, Andrew Cuomo, 53 anni a dicembre, la mafia l’ha combattuta con successo in prima persona.
Dall’ancora popolarissimo padre, Andrew ha ereditato le idee sociali ed i valori della famiglia, ma viene descritto come un uomo molto più tenace, dal pugno duro, soprattutto in materia di giustizia. Contrariamente al padre, molto alla mano, Cuomo figlio appare però un po’ distante, un atteggiamento che potrebbe creargli qualche difficoltà in futuro nelle dure ed estenuanti campagne elettorali americane.

Nel suo Dna c’è anche la forza di volontà e la caparbietà della mamma Matilde, esponente di spicco della comunità italo-americana newyorchese, che si è battuta per anni per far sì che la lingua italiana entrasse nell’Advanced Placement (Ap) statunitense, un programma fondamentale per la promozione della lingua e la cultura italiana negli Stati Uniti. La compagna attuale di Cuomo si chiama Sandra Lee, ed è uno dei volti del canale Food Network. Elegante ma algida, è l’incarnazione della moglie perfetta, in stile Bree Van de Kamp nelle Casalinghe Disperate di Wisteria Lane. E’ una donna ben diversa dalla ‘guerrigliera’ Kerry Kennedy, figlia di Bob ed ex moglie di Andrew, che gli ha dato tre figlie. Andrew Cuomo sembrava un uomo finito otto anni fa, quando a causa di una campagna elettorale condotta male, abbandonò una prima corsa per diventare Governatore di New York. Ora più nessuno ha dubbi, Cuomo junior ha un grande futuro: possiede la stoffa del leader e ha una notevole presenza scenica grazie al suo fisico asciutto e l’eleganza. Ora deve riuscire a sedurre, avvicinandosi di più ai suoi elettori, ma anche ai suoi nemici.

h2>Cuomo, una festa all’insegna della sobrietà

NEW YORK – Grande festa ma sobria, visto il contesto generale, per la vittoria di Andrew Cuomo, il nuovo Governatore dello Stato di New York, una delle poche buone notizie per il Partito democratico dopo le elezioni di metà mandato. C’e’ la musica di Alicia Keys (‘New York’, ovviamente) nei saloni del grande albergo dei pressi di Times Square, nel centro di Manhattan, ma il rinfresco è leggero e senza eccessi.

L’atmosfera è calda ed allegra, e in tanti scherzano e sorridono nonostante il clima elettorale generale poco favorevole, in attesa di Cuomo. Il nuovo governatore sale sul palco intorno alle 23:00, due ore dopo l’annuncio della sua ampia vittoria su Carl Paladino, anche lui italo-americano, un imprenditore di Buffalo sbucato dal nulla e vicino ai Tea party antitasse. Una mare di applausi lo accoglie, e sulle note della ormai nota canzone di Alicia Keys, Cuomo gioca la carta, tipicamente newyorchese, dell’unità nella diversità.
– Siamo tutti newyorkesi – spiega il Governatore eletto -. Possiamo essere ricchi o poveri, omosessuali o eterosessuali, non importa, siamo parte di un unico stato, New York.

Cuomo, con alle spalle tutta la sua famiglia (tra cui il padre Mario, lo storico ex Governatore) e il suo staff, aggiunge:
– Non ci sono democratici, repubblicani o indipendenti, siamo newyorkesi e lavoreremo per tutti.
Alla festa di Cuomo, lo spirito dei Tea Party che stanno modificando la geografica politica dell’Unione, è totalmente assente, anche se alcune delle loro preoccupazioni vengono condivise.
– Repubblicani e Tea Party non rappresentano questo paese – spiega Grace Delarosa, 50 anni, una italo-americana che lavora nelle telecomunicazioni -. Non sono la classe media, appartengono a un’elite, mentre Cuomo rappresenta la gente vera e farà grandi cose per la classe media e per i lavoratori.

Per William Giliberti, 57 anni, un avvocato di origine irpine, ‘’la vittoria dei Repubblicani è una sorta di sveglia, deve servire a correggere gli errori commessi’’.
– La gente è arrabbiata, è stanca di non essere ascoltata – afferma -. Ma con Andrew, una persona unica, le cose cambieranno perche è un grande leader.
C’e’ ottimismo, infine, anche sul futuro del presidente Usa Barack Obama, nonostante la legnata elettorale di queste ore. Alan Schulkin, 61 anni, sindacalista, ricorda che ‘’solitamente nelle elezioni di metà mandato gli elettori votano per l’altro partito, quello che non ha vinto alle presidenziali. Ma gli americani hanno la memoria corta e forse hanno dimenticato che non è stato Obama a creare la situazione attuale’’.
Il suo futuro dipenderà tuttavia ‘’da come andrà l’economia’’, aggiunge Schulkin, una preoccupazione condivisa da tutti gli americani, o quasi, secondo i sondaggi.