Lazio in fuga Roma dietro Ecco il derby capovolto

I derby, si sa, sono sempre sfide un po’ particolari. Gare nelle quali, spesso e volentieri, non contano la tattica e la tecnica ma sono determinanti altri fattori, come la rabbia agonistica, la voglia di vincere, la fame di segnare un gol in più dell’avversario. Domenica alle 15 gli occhi e le telecamere di tutto il calcio italiano saranno puntati sull’Olimpico di Roma. Si fermerà un’intera città, un’intera regione, per l’evento più atteso dai tifosi della capitale: Lazio–Roma.

Un derby quasi anomalo, viste le premesse. Per la prima volta negli ultimi cinque anni, infatti, la squadra biancoceleste si presenta alla stracittadina da capolista, con ben quattro punti di vantaggio sull’Inter e dieci sui mai amati cugini. Una rivoluzione copernicana, se si pensa soltanto all’ultimo derby, quello dello scorso aprile, nel quale erano i giallorossi a rivaleggiare con gli uomini di Mourinho per il titolo di campioni d’Italia e la formazione di Reja, invece, arrancava, invischiata nella pericolosissima lotta per non retrocedere. Un derby anomalo, quindi, ma non solo. Sarà anche una stracittadina da dentro o fuori, soprattutto per la Roma.

L’inizio di stagione degli uomini di Ranieri, partiti con l’intento di dare l’assalto allo scudetto, è stato traumatico. Nelle prime quattro trasferte sono arrivate tre sconfitte ed anche tra lemura amiche la squadra faticava. Le ultime tre sfide, però, hanno rilanciato la corsa dei giallorossi, capaci di ottenere due successi ed un pareggio. Il quarto posto, insomma, è a tre lunghezze di distanza ma, per considerare la crisi definitivamente superata, servirebbe “il colpaccio”, una vittoria di quelle in grado di cambiare repentinamente il corso di una stagione. Il derby arriva nel momento ideale contro una formazione, quella laziale, che per ora ha fatto tutto quello che alla vigilia del campionato ci si attendeva dalla Roma. Compatta, umile, determinata e cinica. La forza della Lazio è tutta qui, una squadra che raramente ha dato spettacolo ma che ha avuto il merito di innalzare dinanzi a Muslera un muro complicatissimo da superare. Lotito e Tare, evidentemente, hanno seguito alla lettera l’assunto secondo il quale “per fare una grande squadra, bisogna partire da una grande difesa”. Il talento di Hernanes, Zarate, Ledesma e Floccari, poi, ha fatto il resto, ed i numeri danno ragione a Reja: sette affermazioni su nove incontri, meglio perfino della Lazio di Eriksson che nel 2000 chiuse il campionato davanti a tutti. Attorno ai biancocelesti si respira ancora un clima di diffidenza: la rosa, a dire il vero, non è competitiva se paragonata a quella delle big, ma un successo nel derby potrebbe aprire scenari inimmaginabili fino a qualche giorno fa. Nella Roma mancherà Francesco Totti, il capitano, il simbolo, espulso nel finale della sfida contro il Lecce. Potrebbe essere, quindi, la grande occasione per Menez, il francese cui nessuno osa mettere in dubbio quel talento straordinario che, però, fino ad ora ha mostrato solo a sprazzi. Dall’altra parte, invece, è certa la presenza di Hernanes a sostegno del duo Zarate – Floccari. L’una per continuare a sognare, l’altra per recuperare quel palcoscenico che credeva di meritare ma che ultimamente le è sfuggito. È il derby, è Lazio – Roma.